martedì 31 luglio 2007

Il solito peracottaro

Ieri ho parlato col grande capo panzone.

Gli ho detto del colloquio e ho battuto cassa. Mi ha detto Vabbè... ma non ha capito un cavolo di quello che volevo dirgli. Si è riconfermato il solito arraffone peracottaro mischiacarte.

Io però ho capito.

Ho capito che qui le cose non cambieranno mai, che il regno del caos è in pieno rigoglio, altro che il mondo di Harry Potter!, che i meriti non vengono riconosciuti perchè non conviene ed è meglio sbattere porte e urlare che cercare di vedere e capire.


Gli ho dato tempo per pensare. poi me ne riserverò altrettanto io.

Ma adesso sono in silenzio. Non penso e non parlo. Solo sento che sono infelice.

E questa infelicità si è manifestata in modo netto, ora più che mai. Inutile far finta di niente.

Per questo DEVO agire...

o ASPETTARE, un momento più propizio, un'offerta più allettante, un sogno che si realizza...


Ecco!

Quando ho iniziato a scrivere volevo scrivere tutt'altro, ma poi è uscito questo: un magma, un rigurgito, un conato...


stram-mah!


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