Il solito peracottaro
Ieri ho parlato col grande capo panzone.
Gli ho detto del colloquio e ho battuto cassa. Mi ha detto Vabbè... ma non ha capito un cavolo di quello che volevo dirgli. Si è riconfermato il solito arraffone peracottaro mischiacarte.
Io però ho capito.
Ho capito che qui le cose non cambieranno mai, che il regno del caos è in pieno rigoglio, altro che il mondo di Harry Potter!, che i meriti non vengono riconosciuti perchè non conviene ed è meglio sbattere porte e urlare che cercare di vedere e capire.
Gli ho dato tempo per pensare. poi me ne riserverò altrettanto io.
Ma adesso sono in silenzio. Non penso e non parlo. Solo sento che sono infelice.
E questa infelicità si è manifestata in modo netto, ora più che mai. Inutile far finta di niente.
Per questo DEVO agire...
o ASPETTARE, un momento più propizio, un'offerta più allettante, un sogno che si realizza...
Ecco!
Quando ho iniziato a scrivere volevo scrivere tutt'altro, ma poi è uscito questo: un magma, un rigurgito, un conato...
stram-mah!
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