mercoledì 23 maggio 2007

Ultime dagli USA... ma la storia mi suona familiare!

Notizia dal Financial Times:

Negli Stati Uniti sono sempre più diffusi i love contract, accordi privati
tra colleghi di lavoro che hanno una storia d'amore. Con questi accordi, si
impegnano le parti a non nascondere la relazione, in modo da evitare
vendette se l'amore finisce, oltrechè a tutelare le aziende da conseguenti
cali di produttività.

Che ne dite? Considerando quel che si vede IN TUTTI GLI UFFICI...! Se fossi un datore di lavoro lo proporrei!












giovedì 17 maggio 2007

Un puzzle di tre pezzi

Ho un puzzle di tre pezzi. In premio una poderosa pacca sulla spalla, oltre a 13 metri di carta di riso e canna di Bambu’ della dinastia dei Ming, a chi li mette insieme in modo che abbiano un senso.

Primo pezzo.
Allo zoo entra un bel ragazzo, occhi neri penetranti e culetto alto... Anche la voce ce l'ha bella. In mezzo alla bolgia riesco a pensare solo questo. Punto! Stop! (Ma mi hanno preso a mazzate le ovaie ultimamente?!)
Quello chiede un’informazione, poi esce a telefonare.
Appena si allontana, Chioma cangiante (esponente dell'ala sinistra dello zoo, l’ala buona) mi fa: "Ma l'hai riconosciuto?!". E io strammando: "Ma chi?". "Quello!" - e me lo indica con gli occhi e un leggero movimento della testa plurisfumata."No, chi è?" – chiedo, mentre compilo in automatico pile di moduli. "Il ballerino più bravo di Ballando sotto le stelle. Si chiama Simone Di P***!!!... Balla nel programma che va in onda il sabato sera, quello con la Carlucci!" Avrei voluto fare una faccia più intelligente… Invece niente. Di sicuro le palpitazioni non mi sono aumentate. Peccato! Niente gote rosate o virginal pudore… Ahi, come son lontani gli anni in cui tremiti adolescenziali… Vabbè, taglio corto. Rispondo: “Boooh, io il sabato sera esco!”.

Pezzo n. dos.
Qualche giorno fa sono andata a fare un provino. Volevo partecipare a una trasmissione televisiva come concorrente per vincere qualche soldo e comprarmi… dipende… meglio pensarci poi, per scaramanzia…, ma quando arrivo lì – dopo che, badate bene!, mi avevano telefonato loro per fissare quell’incontro – mi dicono che le selezioni sono chiuse e che se voglio posso fare un provino “normale”. Faceva caldo e coi tacchi non stavo proprio da Dio… Dico sì e compilo un modulo, in un corridoio ventilato. Vicino a me sono sedute due ragazze. Una sola deve fare il provino, però.
E’ il suo sogno. Ed è agitata. S'è portata l'amica per farsi dare coraggio. E quella effettivamente si è immedesimata nella parte e sta lì a pomparla, dicendole: "Pensa che questa è la tua grande occasione! Pensa che è il tuo sogno e adesso hai la possibilità di realizzarlo". Io sgrano gli occhi, ma resto zitta. E poi dicono che sono stramma io!
E quella: "Giocati tutte le tue carte, capito?! Stai tranquilla, sorridi!" - e io non posso fare a meno di chiedermi "Ma quali carte!?". Ma resto lì.

Terzo pezzo (quello che non si incastra).
“Ah, ciao, Stramma! Io sono ***”. – mi fa allungando la mano verso di me.
“Ciao” – faccio io e ci tengo subito a precisare “Senti io non lo so che ci faccio qui. Cioè, non è che ci tengo!”
“In che senso?” – chiede lui, aggrottando le ciglia ed esaminando il modulo che ho appena compilato e stropicciato.
“Nel senso che non è il mio grande sogno! Cioè, nel senso, mi diverte l’idea, ma non è che mi importa… è che se penso a che senso ha tutto questo… non trovo il senso, o meglio…”. Che è un discorso che qualsiasi persona sana di mente fa, se ha appena preso una botta in testa e versa in quello che i medici chiamano stato confusionale…
Lui mi dice sorridendo: “Vabbè, tranquilla… Ora ti faccio un po’ di domande”. Dico “Ok” e penso Com’è carino, comprensivo…
Così mi sciolgo, torno la solita Stramma di sempre, un po’ scema un po’ no… e, senza neanche accorgermene, mi ritrovo su un palchetto, con lui che, agguantata la macchina fotografica, mi fa mettere in posa. “Ora fammi un’espressione maliziosa, sexy! Ora pensierosa, ora triste…”
E io lì a fare le facce come una scimmiotta ammaestrata che se la ride!
Più di tutte mi vengono bene la faccia allegra, perchè mi sto davvero divertendo, e quella arrabbiata: mi basta pensare al cicalone…

Ora prendete ago e filo e cucite insieme questi pezzi. Se siete bravi vedrete che riuscirete a utilizzare tutte le lettere che compongono la frase “Odio l’apparenza ma la assecondo. E poi mi chiedo perchè…”.

mercoledì 16 maggio 2007

L’enzima ritrovato

Ho ritirato le ultime analisi. Dicono che, nonostante io sia una gran casinista, non mi ero persa nessun enzima! Né l’avevo messo nel posto sbagliato. Alla faccia di mia madre che blaterava “Sei sempre la solita disordinata!”. Ciò vuol dire – udite udite! – che sembro più giovane dell’età che ho, punto e basta! Che non dipende da un problema organico, ma dall’unico elemento di culo che possa individuarsi nella mia persona…! Pappappero…!!!
E dicono pure che aveva ragione il zio Max quando diceva che l'ultimo prof-sciamano consultato era tutto scemo. In effetti uno che ci ha quello sguardo pazzoide negli occhi, proprio benissimo non deve stare!
E poi dicono pure che non sono celiaca.
W la pasta! Tiè tiè tiè!!! W la pasta! Tiè tiè tiè!!!

L'unico problemino è che continuo a stare maluccio. Però ho riacquistato il mio peso forma di quando andavo all’università… Magari, non proprio la tonicità... ma non sottilizziamo! Il punto è che oggi Stramma si sente bene. Bene nella testa, nell'umore... Si sente PRONTA. E pure lo zoo le fa meno schifo, oggi! :)

giovedì 10 maggio 2007

Una rivisitazione di "Vacanze romane"...

Oggi sono dovuta tornare in Regione… E quando sono arrivata lì, ho saputo che non era lì che dovevo andare. Ma dall’altra parte di Roma. E Porca putt...!
Capirai, alla fine ero pure contenta di stare più a lungo lontana dallo zoo, il guaio (e proprio di guaio si tratta) è che ci sono andata in moto col Conte.
Voi il Conte non lo conoscete, ma già solo vederlo in equilibrio precario con quel suo capoccione grosso su due ruotine piccole piccole è terrificante, figuratevi stargli dietro. In più c’è il fatto che con quel capoccione ti oscura la visuale... e io invece DEVO sapere!
E poi s’insinua, svicola, si stringe e si storce per scivolare tra le auto ferme al semaforo e arrivare primo (Ma bravo!).
Mi FA PAURA! Ma proprio paura paura paura… soprattutto quando, per fare le curve, si piega tutto… Sì, lo so che funziona così in moto, ma chissenefrega: io ho paura!
Comunque! Mi faccio coraggio e infilo il casco.
Ha comprato un casco figo, tutto dorato, come il suo, solo che avrà pensato “Se il mio supercapoccione entra in un casco XL a una donna basta la S” (Nuovo difetto: Maschilista fallocrate).
Beh, caro Conte, non so con chi esci tu, ma io non ci ho un cranio S. Il mio è almeno almeno un cranio M!
Un bel cranio medio-grande che all’interno ha un sacco di belle cose, e all’esterno porta attaccati tanti CAPELLI! (Conte, ma che esci con una pelata?!). Ma tralasciamo…
Calcandomelo a forza e con un elegante e felpatissimo movimento delle gambe, salgo di nuovo in sella (Speriamo che non mi abbia visto nessuno… GHHHH!) e via di nuovo verso nuove avventure.
Sono dimagrita due chili. Tutti sulle cosce. E non mi ci voleva. Visto che, di mio, già sembro un pollo…
Vabbè, comunque a un certo punto mi dimentico del traffico, delle curve strictu suolu, delle macchine a mezzo millimetro dalle mie ginocchia e VEDO ROMA.
Mamma mia, quanto sei bella!
Splendida come una donna bella che è bella senza trucco, di prima mattina. Bella e piena. Raggiante di sole e di gente che si muove. Perché qui ci si muove tutti, sempre. Bella e assolata. Bella. Bella di architetture d’altri tempi, col Tevere che t’attraversa sonnolento. Bella e preziosa. Come se ogni palazzo, torre, monumento, resto di passati fasti che ospiti generosa fosse intessuto di delicato pizzo antico, trasparente. Che meraviglia.
Parlo male alle tue spalle, lo sai? Dico che me ne vorrei andare… che fai schifo (Sì, l’ho detto, l’ho detto!) e lo faccio spesso.
Poi, in un giorno, strano come oggi e disilluso come tutti gli altri, mi scopro appassionata di te. Sarà stato il sole tenerello, sarà stato il vento primaverile, boh, vallo a sapere, fatto sta che oggi mi hai “ri-innamorata”, così, col verbo all’attivo!

(ps: Ciao, Conte! Come vedi…)

mercoledì 2 maggio 2007

I tre movimenti. Roma-Firenze-Lucca e ritorno

I° movimento: Stramma che s-trena e s'impanica, chè non sa da che parte sia l'albergo. Lascia "il zio Max" in mezzo alla strada, davanti a un tabellone riproducente, in scala, tutta la città. Il tabellone in bronzo è rovente (il sole ci cade su quasi a picco) ma "il zio" col suo ditino stoico segue gli incroci delle linee, disegnando ghirigori, che hanno in sè qualcosa d'affascinante. Ma Stramma lo scopre solo poi, perchè nel frattempo è rientrata in stazione, ha comprato una guida + cartina della città ed è uscita di nuovo. Giusto il tempo di ricordarsi che lei non sa leggere le cartine! Il movimento si conclude con lei che passa quel libricino all'amoruccio suo che è tanto bravo e in un'altra vita faceva la guida indiana, mentre lei stava davanti alla tenda a cuocere montone e a tenere vivo il fuoco...

II° movimento: Stramma che non riesce a prendere sonno e si gira e rigira nel letto, maledicendo quello stupido imbecille che ha inventato e sostituito i cartoncini alle vecchie chiavi degli alberghi, quelli che devi inserire nella buchetta magica una volta dentro la stanza e allora, solo allora, le luci si accendono e l'aria condizionata si fa sentire. Perfetto, economico, funzionale. Sì!Soltanto che se entri in albergo alle 22.38 e alle 11.00 vuoi dormire, è inevitable che non si sia rinfrescato un bel niente!!Unica via di uscita a quel punto è farsi un'oretta di chiacchiera a tu per tu con il bagno, che è di marmo verde e mette fresco solo a guardarlo - (SOLO!) - mentre cerca di trovare la soluzione allo "scambio antipodico" che non ha risolto in treno e che dice più o meno "Scatta con vigore ma è un errore" - 5 lettere.
Uhm??!!??


III° movimento: Stramma e "il zio" tornano a casa in treno.
Sono soli in carrozza e vorrebbero fare le zozzerie, ma poi uno dei due si ricorda che potrebbero essere arrestati...
Il terzo movimento contempla una rinuncia.
E' un movimento all'indietro perchè sono seduti di spalle rispetto alla direzione del treno, come se, inconsciamente, volessero ritardare il ritorno. Non guardarlo.
Non vederlo.
Immobilizzare l'istante di "sollevamento dalle responsabilità", cristallizzarlo, renderlo duraturo...
Ma il treno ha un movimento solo. Impietoso. E li riporta dove non hanno più piacere di stare.

Stramma ha viaggiato tanto in passato, per lavoro.
La via di casa, dopo giorni fuori, era una consolazione forte. L'idea che tutto era andato bene, che il grosso era fatto. La svolta all'angolo e poi il portone, una liberazione. Sapere che qualcuno l'aspettava, che quello era l'affetto, metteva le ali e abbatteva la stanchezza (per due minuti!).
Stavolta invece la sensazione è diversa.
Non voleva la fine del viaggio, Stramma. Neanche lui la voleva. Ma non se lo sono detto.
Sarebbe stato bello, pensa Stramma in treno, poter girarellare ancora, con calma, chiacchierare ancora o far finta di litigare, guardarlo ancora, mentre lui si muove nel letto e la mattina apre un occhio solo, insonnolito e spettinato, ancora e ancora...
Stavolta è tutto diverso. Lei infatti l'amore se lo è portato dietro. Gliel'ha fatto capire, che quello è amore, o meglio gliel'ha riconfermato il movimento di lui, quello di quando le stende il tappetino della doccia per non farla scivolare, senza che lei glielo abbia chiesto.
Stramma s'è commossa, ripensandoci...
E il treno corre.