giovedì 10 maggio 2007

Una rivisitazione di "Vacanze romane"...

Oggi sono dovuta tornare in Regione… E quando sono arrivata lì, ho saputo che non era lì che dovevo andare. Ma dall’altra parte di Roma. E Porca putt...!
Capirai, alla fine ero pure contenta di stare più a lungo lontana dallo zoo, il guaio (e proprio di guaio si tratta) è che ci sono andata in moto col Conte.
Voi il Conte non lo conoscete, ma già solo vederlo in equilibrio precario con quel suo capoccione grosso su due ruotine piccole piccole è terrificante, figuratevi stargli dietro. In più c’è il fatto che con quel capoccione ti oscura la visuale... e io invece DEVO sapere!
E poi s’insinua, svicola, si stringe e si storce per scivolare tra le auto ferme al semaforo e arrivare primo (Ma bravo!).
Mi FA PAURA! Ma proprio paura paura paura… soprattutto quando, per fare le curve, si piega tutto… Sì, lo so che funziona così in moto, ma chissenefrega: io ho paura!
Comunque! Mi faccio coraggio e infilo il casco.
Ha comprato un casco figo, tutto dorato, come il suo, solo che avrà pensato “Se il mio supercapoccione entra in un casco XL a una donna basta la S” (Nuovo difetto: Maschilista fallocrate).
Beh, caro Conte, non so con chi esci tu, ma io non ci ho un cranio S. Il mio è almeno almeno un cranio M!
Un bel cranio medio-grande che all’interno ha un sacco di belle cose, e all’esterno porta attaccati tanti CAPELLI! (Conte, ma che esci con una pelata?!). Ma tralasciamo…
Calcandomelo a forza e con un elegante e felpatissimo movimento delle gambe, salgo di nuovo in sella (Speriamo che non mi abbia visto nessuno… GHHHH!) e via di nuovo verso nuove avventure.
Sono dimagrita due chili. Tutti sulle cosce. E non mi ci voleva. Visto che, di mio, già sembro un pollo…
Vabbè, comunque a un certo punto mi dimentico del traffico, delle curve strictu suolu, delle macchine a mezzo millimetro dalle mie ginocchia e VEDO ROMA.
Mamma mia, quanto sei bella!
Splendida come una donna bella che è bella senza trucco, di prima mattina. Bella e piena. Raggiante di sole e di gente che si muove. Perché qui ci si muove tutti, sempre. Bella e assolata. Bella. Bella di architetture d’altri tempi, col Tevere che t’attraversa sonnolento. Bella e preziosa. Come se ogni palazzo, torre, monumento, resto di passati fasti che ospiti generosa fosse intessuto di delicato pizzo antico, trasparente. Che meraviglia.
Parlo male alle tue spalle, lo sai? Dico che me ne vorrei andare… che fai schifo (Sì, l’ho detto, l’ho detto!) e lo faccio spesso.
Poi, in un giorno, strano come oggi e disilluso come tutti gli altri, mi scopro appassionata di te. Sarà stato il sole tenerello, sarà stato il vento primaverile, boh, vallo a sapere, fatto sta che oggi mi hai “ri-innamorata”, così, col verbo all’attivo!

(ps: Ciao, Conte! Come vedi…)

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