venerdì 31 agosto 2007

NUOVA!

Ebbene sì, oggi è l’ultimo giorno allo zoo.
Ho buttato due cestini pieni di cartacce (fotocopie di comunicazioni fatte ai capi e ai colleghi con tanto di data, ora e firma della comunicazione stessa… tanto per non essere fregata!), ho mandato qualche mail di saluto a fornitori dimostratisi sempre precisi e solleciti, ho perso tempo, chiacchierando, girando su internet e pensando a lunedì prossimo, in questi ultimi quattro giorni, e ho aspettato OGGI.
Il 31 agosto. Venerdì.
Fine mese e fine settimana. Mi sembrava un segno positivo: la fine che è proprio la fine…!
In vacanza avevo maturato un piano perfetto: creare il caos! Ma quando l’ho partorito, avevo dimenticato che qui non è necessario impegnarsi troppo. Quindi sono stata ferma. E buona!
Tra un po’ saranno incasinati fino alla punta dei capelli e senza che io abbia contribuito un minimo…
E’ in qualche modo una soddisfazione al contrario: con me regnava il (semi)ordine, senza di me il marasma. I fornitori sapevano cosa dovevano fare, con chi parlare, come lavorare; gli allievi venivano informati, coccolati, “accalappiati”…
Chiederanno di me?
Chissà…
Sto ascoltando le mie sensazioni e sto scoprendo che, nonostante la felicità d’andarmene, una punta di dispiacere mi pervade.
Un po’ perché alcune tra queste persone mi dispiace davvero lasciarle, un po’ perché mi dispiacerebbe se a loro non mancassi allo stesso modo. E non intendo professionalmente.
A parte questo, sono contenta di non venire più a lavorare qui, a farmi maltrattare, a farmi sottopagare, a farmi insultare… Sarei scema se non lo fossi!
Come si dice? Partire è un po’ morire. Anche licenziarsi lo è. E ricominciare da un’altra parte equivale a rinascere, a “rifarsi nuovi”.
Bene! Non aspettavo altro, da un sacco di tempo…
Cambiare rapporti, dimostrarmi di essermi fatta più forte e più furba.
Nuova.
Sono pronta!

giovedì 30 agosto 2007

Tour della Spagna e ...nella testa

Il 16 sono tornata dal nostro (mio e dello zio Max) tour della Spagna centro-nord (Oviedo, Santander, Madrid). Noi sì, la mia valigia no! Cosa fare in questi casi?
Prenderla con tutta la filosofia di cui si dispone. Per questo, fiduciosa e sorridente, ho fatto aprire da una cortese signorina vestita di verde la pratica di smarrimento bagaglio e ho cominciato a dispormi in paziente attesa…

Dopo 4 giorni, illuminata da un’amica che ne sa una più di me, vado sul sito dell’Alitalia e lì scopro che il bagaglio è arrivato, ma che nessuno si è degnato di chiamarmi per dirmelo.
Grazie tante, mamma Alitalia!

Per fortuna certe “cose” di questo viaggio non stavano comunque in valigia, ma nella mia testa.
E stanno fermentando… Qualcuno dirà “Che strano?! Allora devi avere almeno l’ossigeno nel cervello!”, ma io stoicamente non lo ascolterò, perché forse quel qualcuno ancora non lo sa, ma NOI STAMO ALLA FRUTTA!
E ora vado a spiegarmi…

La Spagna del nord è ricca. Si mangia bene e tanto, si vive, si compra, si viaggia. E tutto questo lo si fa "comodi".

E non si spende tanto quanto in Italia, e questo sia per mangiare che per spostarsi, che per la cultura! nota bene: La metro di Madrid ha 10 linee che si intersecano in svariati punti e
permettono cambiamenti e spostamenti rapidi e veloci, le corse sono regolari, puntuali e i vagoni PULITI! Qui, a Roma caput mundi...

A Oviedo, visitando il museo di belle arti, abbiamo scoperto un pittore che non conoscevamo: Joaquin Sorolla, detto anche il pittore della luce.
Ci ha colpito molto, così, quando tornati a Madrid, dopo 8 ore di visita al Prado (perché le cose vanno fatte bene, eh!?!) abbiamo visto nella libreria del Museo un opuscolo riportante l’indirizzo del museo Sorolla abbiamo deciso di andarcelo a vedere.
MIZZICA, CHE SPETTACOLO!
Al Prado c’è di tutto: Tiepolo, Veronese, Velasquez, Goya, El Greco, pittori della scuola barocca spagnola, il beato angelico, e tanti altri che adesso neanche ricordo…
Al Museo Sorolla c’è Sorolla. È la sua casa, progettata e arredata da lui, sono i suoi mobili, il suo studio, la sua famiglia.

Si avverte una sensazione di amore sereno, là dentro… e i suoi dipinti sono splendidi. Su internet si trova qualcosa, ma un’immagine in pixel rende poco e male la sua abilità nel creare forme, nel dare spessore e dimensioni, nell’accendere di luce le cose e le persone che dipinge.

Ieri sono stata in libreria: qui non sanno proprio che è esistito ‘sto Sorolla… Me lo immaginavo: per questo a Madrid avevo comprato un libro su di lui molto carino… Ma è in valigia! (insieme a un romanzo, che non avevo mai sentito, di Saramago e che ho comprato sollecitata dall’idea che così imparo lo spagnolo… e stavolta lo faccio, giuro!).

Quello stesso pomeriggio siamo andati a vedere il Museo Reina Sofia.
Ci sono i moderni (a me sconosciuti): Le Corbusier, Cordillo, ecc… e c’è il Guernica di Picasso, che per vederlo dovevi accoltellare un po’ di gente, altro che pagare il biglietto!… Tutti lì assiepati, ma a vedere che?
Certo la sensazione di orrore, terrore, paura, morte, confusione, spossessamento, dolore è resa in modo molto chiaro, ma secondo me senza sentimento: Picasso ha pensato a cosa voleva dire e l’ha detto, ma non l’ha sentito.
Questo penso…
Poi c’è Dalì (e lui invece sì che mi piace… surreale e definitivo, come un certo Goya, quello visionario e potente visto il giorno prima), Mirò (ovvero mio cugino di 5 anni che un pomeriggio si diverte coi colori), Boccioni e tanti altri…
Ma soprattutto c’erano i miei occhi e le idee che si muovevano.
Si possono fare tante belle cose nella vita … e da lunedì ri-comincio anch’io!

giovedì 2 agosto 2007

Per la serie "recuperiamole!"


Di questi giorni la notizia che tante parole desuete (appunto!) poterbbero/dovrebbero essere rimesse in circolazione a uso e consumo (e spesso godimento) di noi parlanti.


Qui la mia personalissima compilation, comprendente parole desuete, parole goduriose, parole che sento o non sento più:


A - affabulatore, attoriale, allettante, affastellare, abulico, asperrimo, acerrimo, ambrato, affettato, appropinquarsi, ampolloso, annichilito, accolito, abborracciato, ambedue; e i Camillereschi: affatato, assugliare, aggiarnò, addimannare, aulivo, astutare, addrumare, arricrearsi.


B - bofonchiare, beltà, bifronte, bifido, bucefalo, bazzicare, biascicare, biacca, betulla, boccoluta, bitorsoluto, bubbone, bestiario, bassezza, bismuto; e il Camilleresco: bummolo.


C - cosuccia, cosicchè, centellinare, crasi, canterano, culminare, campestre, cimase, collimare, cittadina, corbezzoli, cesura, crisalide; il romanesco: cassamortaro; i Camillereschi: Catarella! camurriuso.


D - deficitario, duttile, durevolezza, domeniddio, detraibile, defalcare, desistere, darsena, donzella, defecare, destarsi, docile, dimentico, destituito, dettare, deliberato, digrignare, dignitoso, disfunzionale, deprecabile; il Camilleresco: dintra.


E - esprimere, esteta, effemeridi, edotto, evinto, edulcorare, esulare, equità, esperanto, effimero, epperò, esaustivo, efferato, eburnea, evanescere; lo spagnolo: empezar.


F - fintantochè, fallimentare, federiciano, fosco, fedelmente, fitoterapia, fanghiglia, floscio, flatulenza, fiacchezza, fulgido, feccia, foce; il Camilleresco: Fiacca.


G - gravoso, giullaresco, genuflessione, girovago, grottesco, govone, gutturale, giureconsulto, giovenca, gettito, gitano, giaculatoria; e il Camilleresco: giarno, guatare, gana.


H - ??


I - indignazione, imperturbabile, improperio, illazione, infognarsi, imbellettato, isteria, impenetrabile, incutere, incessante, insostanziale, intessuto, imbonitore, implicazioni, innervare, ispessire, illusionismo; il romanesco: impanato; e il Camilleresco: incasciato, intordonuto.


L - lupanare, laconico, lubrico, laido, lapalissiano, liocorno, luciferino;


M - massaia, mummificato, mestizia, meretricio, mannaia, mulinelli, metonimia, massivo, maculato, macilento, misterico, motteggiare, mutevole, molliccio, messalina, mellifluo, madido; il romanesco: macellaro;


N - ninnolo, nequizia, nichilismo; il Camilleresco: natare.


O - osservanza, ossuto; il romanesco e Camilleresco: omo.


P - pandemia, pecunia, possanza, perpetuare, pustola, poltrire, postulante, petulante, paturnia. il maenzese: pingola; il romanesco: peracottaro; e il Camilleresco: passiata, passulune, paisi, pede (un pede leva e uno metti).


Q - quasichè, querulo, quiddità, quandanche.


R - retroattivo, rutilante, roboante, rocambolesco, ridanciano, reattanza; il Camilleresco: ripa (di mare)


S - sedicente, sedimento, saffico, spassionatamente, silente; il romanesco: sudarella; e il Camilleresco: strammo (eh!), sciauro, squasichè, susirsi.


T - tautologico, tosto, tallonare, tetragono; il romanesco: tinticarella; i Camillereschi: tanticchia, turilla, tuppiare, trasire, taliare, tambasiare (casa casa).


U - uscio, uggiolare, uggioso, ubicato.


V - velocipide, vespero, vituperio.


Z - zoppia, zufolo.
Lancerei pure un sondaggio sull'argomento... mi interesserebbe conoscere "le parole degli altri" ma qui NON C'E' NESSUNOOOOO......!!!
NB: Baci e buone vacanze a todos!

Il dado è tratto!

Ho deciso.

Mi è bastata una notte in cui ci ho veramente dormito su e la decisione è arrivata. Da sè.

E ho pensato che, se è bastato davvero soltanto dormire, allora vuol dire che era già tutto deciso.

Adesso sono in ufficio. Da quasi 5 ore, qualsiasi cosa accada mi riconferma che la decisione presa è quella giusta e se solo ci penso già mi sento sollevata... Che altro aspettare?

L'ipotesi? L'alternativa?

In questa fase non ne ho bisogno, anzi ho bisogno del contrario...



Martedì partiamo, io e zio Max. Ce ne andiamo a fare un faticosissimo giro della Spagna del Nord. E poi per tre giorni saremo nell'afosa e splendida Madrid.

Quando torno scrivo tutto. E inserisco foto.

E penso al futuro e ai problemi. Ma adesso no!

Non ce la faccio...



Sono stanca di questo posto, delle urla, delle cattiverie alle spalle, dei Giani bifronte... ecc. ecc.

Stanca e quindi cambio aria. E magari riesco a far combaciare i tanti pezzi del puzzle stando semplicemente più serena...

E a conti fatti so che, su tutto, il sogno di scrivere resta...

mercoledì 1 agosto 2007

E insomma... é arrivata EMMA!




E insomma, in sordina e quasi senza strepiti, è arrivata Emma!


Stanotte alle 4.00.


E zio Max, che da nove mesi per posa faceva il ritroso , era lì.


Non mi ha ancora raccontato niente (stamattina dormiva il sonno del guerriero quando l'ho chiamato) ma io me lo vedo davanti agli occhi come se fossi stata lì: prima fa il superman, ostenta sicurezza, cerca di far ridere suo fratello, dice pure un paio di frasi fuori posto, ma poi... Minimo minimo le ha scattato una foto col cellulare attraverso il vetro della nursery.


Solo che immediatamente si è sentito "fragile", esposto, e tanto per darsi un tono ha detto: "Gli imparerò tutte le cose che la mamma non vuole, perchè io sono il zio Max!" (a cominciare dal verbo imparare usato - volutamente - a sproposito e da "gli" usato al posto di "le"!).



Adesso aspetto di poterla vedere anch'io... e di vedere zio Max con lei, che fa le boccacce, i disegnini, le vocette e tutte quelle cose da cretini che si fanno ai bambini, quando is pensa di non essere visti. Aspetto di vederlo per poterlo sfottere! E allo stesso tempo intenerirmi...


Intanto un dubbio mi assale: Potrò andare in giro dicendo che sono diventata ZIA?


Una bella zia putativa, che di suo non ci ha messo niente, ma che si vuole prendere la gioia di volerle bene: mi sento tanto un San Giuseppe...!!! :)