venerdì 21 dicembre 2007

E' Natale e a Natale si può dare di più...!

Se vuoi... - continua il jingle.
Ora non so voi, ma io sono momentaneamente sprovvista di pecunia e di tempo. Di idee no, quelle non mancano. Da stanotte poi neanche un portentoso mal di testa... Comunque ieri ho avuto la buona novella: farò lo stage. Per tre mesi lavorerò senza essere pagata, coltivando la non tanto segreta speranza di avere un micragnoso contratto a progetto... Gira gira e fa' la rota - diceva quella canzone di un milione di anni fa (i miei!).
Per stramma-tizzare però ho due cosette per voi.
n. 1 Davanti l'ufficio è parcheggiato un camion per piccoli trasporti. Il traslocatore si chiama Serafino Di Dio... e chi altri sennò, de 'sti tempi?!
n. 2 il mio augurio di buon Natale a tutti, ma soprattutto a quelli a cui voglio un bene grande così....(____________(;-)_____________).
Stra-mma

martedì 11 dicembre 2007

In pensione a diciotto anni

Questo w.e. ho mandato in pensione la mia Uno: aveva 18 anni.
Un sacco di guasti ricorrenti e infiltrazioni d'acqua quando pioveva. E mai mi sarei aspettata che mi dispiacesse così tanto svuotarla di tutti gli orpelli che la riempivano e dirle Ciao Ciao...
(fase in cui: Mi sento un verme... solitario).
E poi mi dico "vabbè, mica era la nonna, che ho messo in ospizio... No, niente nonna... direi quasi un'amica che non sapevo mi stesse simpatica...).

Poi sono stata alla fiera del libro di Roma. C'erano tanti (forse tutti) i piccoli editori del panorama italiano. Ho parlato molto, con quelli che mi davano chiacchiera (fase in cui parlo paradossalmente in romanesco) e ho comprato tanti libri, spendendo ...troppo (fase in cui mi curo le insoddisfazioni con l'accumulo di oggetti materiali).
Poi ho assistito a una premiazione. Avevo partecipato al concorso Laboratorio Gutenberg (sono arrivata settima - fase in cui mi girano vorticosamente) e visto che ero lì...
Hanno letto il racconto vincitore.
Racconto brutto come raramente mi è capitato di leggere/ascoltare, racconto verboso, ampolloso, senza la minima qualità stilistica... Perchè l'hanno premiato? (fase del dubbio profondo). Chi può dirlo...
Ma soprattutto dove hanno pescato la sedicente attrice che ha letto in modo pietoso il racconto di cui sopra?????
Non sapevo che esistessero attrici dislessiche... (fase dell'ironia sardonica).
Peccato non ne ricordi il nome perchè mi avrebbe procurato una goduria immensa sparare a zero su 'sta tipa (fase in cui non mi sta bene niente e non voglio starmene zitta!).
Parteciperò il prossimo anno? Chissà, se riesco a scrivere un racconto brutto, magari sì...

Intanto me ne vado in giro con la mia macchina nuova. O meglio vecchia... O meglio nuova, ma già vecchia. E brutta quanto un furgoncino per il trasporto di piccoli attrezzi. Brutta e antipatica. Fea y mala! Ma non tengo dinero e quindi me la dovrò far piacere (fase in cui un uovo sodo proprio non mi va giù...).
Così, ho deciso che almeno la farò rendere: ci scriverò su "Svuoto cantine" e TROVERò FINALMENTE LA MIA STRADA!!!!

Poi magari potrei ingrandirmi... "Riparo coltelli, forbici, coltelli da prosciutto.... Riparo macchine a gas, trovo i ricambi per la tua macchina a gas... Signore, accorrete...." (fase in cui ho visioni titaniche)

lunedì 3 dicembre 2007

La frase

"...mi sono sentito domandare da un ragazzo: Ma allora, cosa dobbiamo scrivere per essere pubblicati?, e la risposta è: Per piacere, accettate il rischio di non essere pubblicati". Perchè se volete essere autori è un conto. Se volete divenatre dei fornitori di testi è un altro mestiere."

Da Musso, Davide Voglio fare lo scrittore, TerrediMezzo editore
intervista a Giulio Mozzi (Sironi editore)

giovedì 15 novembre 2007

I love House... ma non proprio lui!


Sono un'adolescente anche alla bellezza di XX anni suonati (dove XX non è il numero romano!): mi imbestialisco con la facilità con cui si beve un caffè, piango per i film strappalacrime e sono contenta come una Pasqua quando due personaggi di un telefilm mi piacciono e si piacciono tra loro! Per questo sto rosicando come un castoro: perchè ieri hanno dato l'ultimo episodio della terza serie del Dr House!
Ma cavolo, Cameron e Chase mi si rimettono insieme, se ne vanno dall'ospedale ...e io? Quanto dovrò aspettare prima che mandino in onda la serie successiva? E loro due torneranno? Ho fatto indagini, stamattina, ci mancava giusto che assumessi Tony Ponzi per essere più sicura, ma pare che almeno nei primi tre episodi della quarta serie, Chase e Cameron si vedranno (in uno solo) ma non tornano... non tornano!
Perchè mi piacciono?
Sono belli, hanno bei caratteri (Chase si stava riprendendo così bene!), sono innamorati (e sì, dai!) e alla genete piace.... Questa formula piace.
E' la stessa usata anche nei telefilm italiani, tipo Medico in Famiglia, I Cesaroni, ecc. E hanno fatto grandi ascolti. sempre.
Vabbè, tanto farnetico... vado a piangere in un angoletto, come l'adolescente che ssono dentro. Ma parecchio dentro!!!


mercoledì 14 novembre 2007

Ec-citazioni. Salute!



Nella prima delle sue lezioni americane Calvino si lasciò andare quasi a un pensiero personale. Diceva: "Forse stavo scoprendo solo allora la pesantezza, l'inerzia, l'opacità del mondo: qualità che s'attaccano subito alla scrittura, se non si trova il modo di fuggirle".



Pesantezza, inerzia, opacità: ho riflettuto a lungo su questi tre aggettivi riferiti alla scrittura, soprattutto perchè al corso ci hanno dato da leggere e recensire un testo, come compitino a casa... I tre aggettivi si attagliano perfettamente a quel racconto, che, pur avendo ambizioni letterarie, non ne ha affatto lo spessore nè la cosistenza (altro tema delle lezioni calviniane, quello della sesta, non scritta), ma mi chiedo "Nei miei?".
Quante volte ho lasciato che l'aggettivo facile prendesse il posto di quello calzante? Quante volte non sono stata sufficientemente attenta al ritmo della mia frase, perchè leggendola e rileggendola, sono entrata in un loop rassicurante, capace di generare assopimento, anzichè scompiglio?
Quante volte i miei personaggi si sono dimostrati inerti o opachi?
Sono domande che fanno quasi paura.
Sono domande che, se allargo a certi scrittori moderni, italiani o stranieri, che mi sono passati tra le mani ultimamente, sembrano invadere tutto, come gli eserciti del Risiko...

E sono comunque, e proprio per questo, domande imprescindibili.
Perchè Camilleri mi piace tanto? Ho sempre risposto"Perchè la sua è una lingua viva". Ed è vero. Vero il motivo e vero che è una lingua viva. Che restituisce al parlato la sua essenzialità e la sua icasticità. Questa è la sua forza, prima ancora delle sue trame (a volte deboli, a dir vero).

A proposito di icasticità, ho finito di leggere uno strano libro, perchè pensavo fosse testo teatrale e non lo era. Di certo non è un testo di narrativa. E' una raccolta di appunti, non in bozza, prodotti al termine di un laboratorio che difficilmente si può definire teatrale. Nasce da un'idea di Ascanio Celestini, che definirei il grande, se non fosse che è davvero basso e potrebbe prenderla per ironia.
E invece è un gigante! Perchè va al cuore delle cose, non è il turista che gira per le piazze famose e si siede al caffè più bello della città, ma quello che razzola nei quartieri periferici, aprendo gli occhi e le orecchie e lasciandosi catturare da ciò che vede e sente, volendone sapere di più.
Gigante perchè il suo spettacolo, "Pecore Nere", che ho avuto la fortuna di vedere a marzo all'Ambra Jovinelli, nasce da uno studio durato mesi sulla realtà manicomiale. Nasce da interviste a chi nei manicomi c'è stato, perchè infermiere, medico, ricoverato o parente di un ricoverato. Nasce dall'elaborazione di un ascolto attivo e attento.
Nasce perchè lui decide di non abortire le idee, ma di farle prolificare.
(An passant mi chiedo quanta distanza passi tra quelli come lui e quelli che attaccano briga nel piazzale di un autogrill e poi piangono un morto.
Mi chiedo che differenza c'è tra chi pensa e chi spara. Mi chiedo che vuoto debba essere colmato tra chi fa tesoro del passato e chi sfonda a calci e pugni tutto quello che si trova davanti.
Mi chiedo dov'è la malattia. Nel singolo o nella società?)
Celestini richiamava l'attenzione dei ragazzi che avevano partecipato al laboratorio a produrre testi in prima persona per narrare storie di manicomio e di loro stessi allo stesso tempo. Perchè la persona è importante. Così diceva.
E ricordava loro la necessità di procedere per immagini.
In effetti, leggendo, molte volte ho pensato che l'avessero ascoltato: ho visto le immagini e ho seguito senza difficoltà le associazioni di pensieri e immagini che ne derivavano. E non si trattava di scrittori professionisti!
Quello che ho capito è stato questo: un agglomerato di poche cose può bastare a formare la complessità di un uomo e a restituire al lettore un personaggio non piatto, nè inerte o opaco. Ma vivo, contraddittorio, problematico, il più delle volte irrisolto.
E mi è piaciuto...
Sì, proprio piaciuto.






martedì 13 novembre 2007

Oggi mi sono svegliata male. Avrò messo fuori il piede sbagliato, m'avrà disturbato la sveglia più di altri giorni, avrò fatto un brutto sogno...

Sta di fatto che mi sento così
e non è un male, magari riesco a fare un pò di spazio...
Aria ariaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

venerdì 9 novembre 2007

Due mezze mele


- La sai la novità?
- Quale?
- Mi sono rotta la testa.
- Beh, di solito ti rompi ben altro...
- No, guarda, non sto scherzando... Me la sono proprio rotta. Spaccata in due come una mela!
- Fa' vedere.... Uhhhh, ma come hai fatto?
- Eh, stavo correndo, ho saltato un ostacolo, poi un altro, ho deciso di buttarmi senza rete di protezione e BAM! Sono caduta di testa. Un male....!
- Lo capisco. Ci tenevi tanto...
- Eh sì. Così tanto che ho perfino lasciato quello che non mi piaceva, abbandonando una certezza.
- Vabbè, poi che certezza...
- Sì, lo so, hai ragione: niente è certo...
- ...tranne la morte! Ah ah ah...
- Ma che ti ridi. Pari mia nonna!
- Pure tu!
- Comunque fatto sta che non posso più avere lo stile di vita di una volta!
- Senti, non prendiamoci in giro: di che stile di vita parli? Ti stavi rovinando la salute! Sbaglio o accanto al monitor tenevi una bella bottiglietta di Maalox?
- No, è vero. Maalox, Peridon...
- E il dolore fisso alla bocca dello stomaco? E le notti insonni?
- Vero! Vero. Tutto vero... però mi sembra che niente funzioni. L'insoddisfazione resta ed esplode in modi scomposti...
Pure l'altra sera, ho piantato una storia con M.
- Vabbè, non ci pensare. Dice di aver capito.
- Dice! Ma io non ho capito se ha capito.
- Io invece ho capito che urli più facilmente di quanto ragioni.
- Hai ragione, hai ragione... Hai perfet.... Aspetta un attimo: chi mi dice che sia stata proprio io a urlare? Non potresti essere stata tu?
- Io? Mai sei impazzita. Io sono la parte razionale, mica quella emotiva che sifa prendere dagli attacchi d'ansia e somatizza tutto...! Quellla sei tu bella mia! Non fare lafurba, chè non ci casco, sai!
- Ecco lo vedi come sei fatta? Sempre a cavillare, a cavillare...
E così per svariate settimane.

The end (ma non è un happy end)

lunedì 29 ottobre 2007

La luna consiglia...

Sono tanto nervosa che vorrei spaccare il mondo. O chiunque mi trovo davanti.

Il motivo?
Mi è perfettamente sconosciuto!
La Luna consiglia: date la giusta soddisfazione alle vostre voglie...

martedì 23 ottobre 2007

Da che parte gira???

Sul sito dell'Herald Sun oggi c'è questa ballerina che piroetta... in che direzione??

Io la vedo girare sia in un senso che nell'altro, senza sforzo. Su uno dei siti su cui girovago di tanto in tanto trovo ben 45 commenti (!) sulla ballerina: altalenano tra il "si muove da una parte sola" e il "se mi concentro riesco a farla girare di qua e di là"... Boh, mi pareva una bufala... per questo l'ho messa qui. Ditemi se sono un genio o la solita boccalona che ci casca! Io la vedo girare di qua e di là senza particolari sforzi... :-D

Spiegazione para-scientifica:
Se vedete la ballerina piroettare in senso ORARIO, usate maggiormente il lato destro del vostro cervello, quello preposto alle sensazioni, attenzione al quadro generale, immaginazione, simboli e immagini, presente e futuro, filosofia e religione, intuito, fede, valutazione, percezione dello spazio, conoscenza della funzione degli oggetti, fantasia, possibilità, impeto, senso del rischio.
(io la vedo girare sempre prima così).

Se la vedete girare in senso ANTIORARIO in voi prevale il lato sinistro, le cui competenze sono: la logica, attenzione ai dettagli, fatti, parole e linguaggio, presente e passato, matematica e scienza, comprensione, sapere, conoscenza, percezione di ordine e struttura, conoscenza dei nomi delle cose, realtà, strategia, senso pratico, prudenza.
(pare che la maggior parte delle persone la veda girare in senso antiorario).... Boh!

Intanto ieri prima lezione del corso in Redazione e bla bla bla...
Senza illusioni, cercherò di imparare... poi chissà!

martedì 16 ottobre 2007

Passato, futuro e immaginazione in insalata

Che strana giornata, quella di ieri!

Mi sono persa un ammortizzatore per strada. Di conseguenza la macchina fa un casino della miseria quando
a) prendo buche
b) faccio curve
c) vado dritta
d) mi fermo
Quando l'ho perso manco l'ho capito (Donne al volante, dateje 'na badante...!), ma adesso che me l'hanno detto - non so perchè - visualizzo 'sto ammortizzatore come fosse un grosso fagiolo pulsante, un filtro morbidone che serve a farmi rimbalzare delicata sul mio stesso sedere e sul sedile... Un coso delicato come che so? un rene... Mi sono persa un rene, Dio mio! Devo portare la Uno in dialisi... cioè, dal meccanico!
Ieri sera al telefono ho risposto a voce più alta del (mio) solito, sapendo che era "il zio Max", tutta contenta di sentirlo per dirgli dell'ammortizzatore-rene finito chissà dove, ma a lui giravano e mi ha attaccato una solfa infinita sul non fare la stupida... Che io detestooooo!
Lasciamo stare che io sono una persona paziente (perchè ridete?), so che attraversa un periodo difficile al lavoro e così l'ho lasciato parlare un pò, poi l'ho minacciato per il futuro: se ci riprovi a parlarmi così.... Da un orecchio è entrato e dall'altro è uscito! Vabbè, è bello capirsi! Per punizione non gli ho neanche detto del rene...

Attacco e vado a vedere Voyager.
Parlavano di un ragazzino americano che, già dall'età di due anni, ricorda di aver vissuto un'altra vita e del fatto che, nel corso del tempo, tanti dei dettagli che aveva raccontato sono stati confermati attraverso laboriose ricerche.
Conclusione del servizio, con super domanda a un esperto che aveva in qualche modo suggerito l'idea che forse più che di reincarnazione si poteva parlare di "poteri medianici": "Secondo lei è più paranormale questo o quello?". Risposta non risposta e cambio argomento.
E allora la povera Stramma ha davvero strammato...!
Già è un tipo che se le dici "Uh, guarda: ma allora è vero che gli asini volano, gli angeli custodi esistono, la scrittura meccanica è un fatto, e cose così..." lei guarda in su, si guarda intorno e subito dopo le mani e poi comincia a fare: "Ohhhhhh!"
"Uh, guarda, in questa casa è morto un tizio e ora in certe notti particolari torna a vedere chi ha spostato le sue cose".
E lei: "Ohhhhhh!"
"Uh, guarda, c'è Veltroni, il vincitore delle primarie. Chi se lo aspettava?"
E lei: "Ohhhhhh!"
Per farla breve iniziano a parlare di un tizio, tale John Tintor che, tra il 2000 e il 2001, lasciò una serie di messaggi su internet dicendo di essere tornato dal futuro per una missione speciale (recuperare un computer IBM 5100) grazie a una macchina del tempo di cui forniva strane foto. Per sei mesi scrisse su un sito rispondendo alle domande degli altri utenti, senza mai cadere in contraddizione e fornendo notizie su cosa sarebbe accaduto fino al 2036, anno della sua vita real-attuale.
Il servizio tendeva a mostrare soprattutto le consonanze tra quanto Tintor (il suo Nick: Timetraveler_0) diceva e fatti dimostratisi reali... poi si cambiava fumosamente discorso.
Per fortuna che c'è internet e che un sacco di gente s'è già occupata di questa faccenda, andando a verificare ma anche a smentire le parole di quest'uomo. Su wikipedia si trovano parecchie informazioni (per chi volesse approfondire) ma una tra tutte mi ha incuriosito e lasciato una strana sensazione addosso, nei panni.

Riporto la trascrizione in italiano del post di Tintor a proposito degli esperimenti svolti al CERN di Ginevra:
"I miei commenti sul CERN si riferiscono agli acceleratori di particelle e ad altre questioni che sono affiorate in passato. La più grande scoperta scientifica per la distorsione controllata della gravità avverrà al CERN nel prossimo futuro. Diavolo, non abbiamo nemmeno affrontato la compressione di campo "Z"!"
Ora che io sia una profana in materia è perfino sciocco sottolinearlo (che sono la distorsione di gravità, il campo zeta???), ma che su acceleratori di particelle sia a Ginevra che a Frascati o a Vienna si stia lavorando è un fatto....
Due anni dopo la comparsa di questo strano personaggio (viaggiatore reale o di fantasia?), ossia nel 2003, il CERN annuncia di essere sulla strada per poter ricreare buchi neri in laboratorio: i buchi neri sarebbero una condizione necessaria (ma non sufficiente) per i viaggi nel tempo.
Tintor dice inoltre che nel 2008 al CERN si sarebbe dato il via a un nuovo esperimento, prosecuzione spinta del precedente.... Il CERN oggi conferma la notizia.

Forse le informazioni su Internet sono un pò sballate o cialtrone tanto quanto quelle che ha dato Voyager ieri sera (o io adesso), ma vorrei capirci qualcosa...
Se il tizio ci ha preso su questo punto, perchè non dovrei credere che anche la guerra civile americana o le bombe russe che faranno 3 milioni di morti nel 2015 siano vere?
E' che mi fa paura...
Penso ai milioni di progetti che ho, penso che non c'è posto per bombe, morti, guerre (altre guerre) in tutti questi progetti, penso che il 2015 è così vicino e che noi possiamo così poco, rispetto al giro di denaro e potere che vola molto più in alto delle nostre teste. E che spesso è proprio con le nostre teste che gioca…
Zio Max, se mi rassicuri, ti perdono pure la telefonata “sco” di ieri sera…

mercoledì 10 ottobre 2007

Come mi sento...

Oggi
un pò
così........

martedì 9 ottobre 2007

Al telefono

- Ciao, come va? Sei di corsa?
- Tutto ok. No, dimmi…
- No, niente. Ho appena letto un racconto di uno, su Ozoz.
- Uhm, che dice?
- Ma, niente… la solita storia del maschio porco che spera di trombare, ma la donna ha le mestruazioni e…
- Oddio, non dire quella parola!
- E vabbè, scusa. …ha le cose sue!
- Uch…
- Le sue amichette?
- Daiiii!
- Visite? Dolori benedetti? Mar Rosso? Strada interrotta per lavori? Fiumi di parole…
- La finisci???!!!
- (ride, ma cerca di non farsi sentire)
- E insomma?…
- E insomma… Niente! Il solito racconto con al centro una lei, incomprensibile a detta di lui, perché si emoziona davanti ai film, perché crede nell’amore…
- Ah, una come te! Che piange per quella cagata di Saturno contro…
- Invece era bello!
- Un film di frocioni.
- E allora? Eppoi non era un film sull’omosessualità, semmai sull’eutanasia! La storia non sarebbe cambiata di una virgola se si fosse trattato di un uomo e una donna!
- E invece sì, visto che alla fine c’è tutta quella parte sul tenersi le cose del morto e l’accettazione del fidanzatino da parte dei genitori.
- E invece no, visto che poteva trattarsi tranquillamente di una coppia di fatto ma eterosessuale!
- Sì, va bene va bene… (intanto smanetta al computer)
- Dice “Mi prendevo il mio e buonanotte”
- Chi?
- Quello del racconto.
- Che dice?
- Mi prendevo il mio e…
- E che significa?
- Che scopava e buonanotte ai suonatori, come si dice dalle parti mie!
- Bravo!
- Sì, bravo stronzo! Ma perchè voi maschi del cavolo credete di poter essere gli unici a prendere il “vostro”? Ma poi il “vostro” che? Vostro se ci va di darvelo, belli! Vostro in comodato d’uso!
- (ride soffocato)
- A me mi fa incazzare ‘sto fatto che vi raffigurate come dei “depredator”! Maschi dominanti che prendono quello che vogliono e con maggior gusto se la donna in questione vi guarda con occhi adoranti.
- Il depredator?! Tra un po’ mi parlerai pure dell’”inseminator”, no perché mi vado a fare due popcorn per gustarmi meglio ‘sta performance!
- Ma non fare il cretino! Sai bene cosa intendo: pure a noi ci piace godere!!!!
- Lo so, me ne sono accorto che ti piace…
- No, non solo a me! A TUTTE ci piace! Però pare che sia un privilegio solo vostro quello di poterlo dire, e mo’ pure scrivere, necessariamente utilizzando volgarità come scopare, prendere, mestruo… Ma fatevi un esame di coscienza, maschietti belli. Chè alla fine, cinque minuti di godimento sono la sola cosa che vi riesce di darci, per il resto nada de nada… Siamo noi che cerchiamo, scaviamo, trivelliamo più in profondità che per estrarre petrolio, alla ricerca di qualcosa che non sia… che non sia… e manco la troviamo ‘sta cosa. Io non trovo manco la parola!
- Forse perché non hai ben chiaro il concetto.
- Non ho ben chiaro che cosa? Non trattarmi come una di quelle cretinette con cui uscivi prima, eh? Una di quelle come la protagonista del racconto di quel tizio. Io… Io… E smettila di smanettare al computer mentre parli con me!
- Va bene. Solo che stavo masterizzando l’ultimo dei Negramaro, quello che mi avevi chiesto… quando? Ah, sì. Ieri sera!
- L’hai già fatto? Veramente?
- Certo. Lo schifoso depredator ha buona memoria, soprattutto considerando che userà questo Cd come ricatto sessuale…
- Che stronzo che sei! Ti amo tanto.
- Eh… E meno male che l’hai capito!

domenica 30 settembre 2007

Premiazioni


Sabato sono stata a una premiazione.

Detta così è un pò riduttiva, in realtà.

Ricominciamo: sabato sono stata invitata alla premiazione del concorso letterario cui avevo partecipato e durante la quale mi hanno premiata.

Detta così suona un pò roboante, in realtà...

Ci riprovo?

Sabato sono stata tre ore seduta dentro un teatro parrocchiale ad aspettare che chiamassero il mio nome e mi consegnassero un diplomino con su scritto "menzione di merito a Stramma Strammarelli per la sezione narrativa". In più, mi hanno dato a sorpresa anche un astuccio in legno contenente una penna, un portachiavi e un accendino in (finta) radica di noce... IRRICICLABILE! (Peccato! Natale si avvicina!).

Forse c'era un messaggio subliminale in tutto questo (tipo Datte foco!) ma non l'ho voluto cogliere e, agguantato il meraviglioso premio, me la sono battuta. Avevo la testa in fiamme e forse pure un pò di febbre. Sarà stato il freddo preso la sera prima? O i fiumi di retorica e autoincensamento che gli organizzatori hanno riversato su se stessi e sul concorso a fiumi?


Non so... l'unica cosa certa è che davanti a me un ragazzetto in giacca e cravatta non riusciva a stare fermo, evidentemente era troppo emozionato. Gli avrei voluto dire "Guarda che è solo un pezzo di carta..." invece me ne sono rimasta zitta zitta a guardarlo. E ho pensato che quell'agitazione ormai non mi prende più durante le premiazioni, ma ancora e sempre in quei periodi in cui sto per iniziare a scrivere qualcosa. Però sento che L'IDEA mi manca e sono insoddisfatta. Mi pare di guardarmi allo specchio senza vedermi, come "disse" Magritte, mi pare che potrei volare e invece cammino (quando non striscio).





Poi avevo adocchiato quella casa editrice... ma oggi scopro che forse chiede il contributo per la pubblicazione. Però la notizia è fornita insieme a un'altra notizia sicuramente falsa (dicono che non assegnano codice ISBN e invece lo assegnano eccome!)... Allora penso "Magari è una boiata pure quella del contributo", "Però se questo editore è "conosciuto" per essere prezzolato, allora chi viene pubblicato... E all'improvviso tutto si complica in rivoli e riflessioni ripiegabili come buste da lettera e inevitabilemnte MI PERDO PENSANDO E SMETTENDO NON MI RITROVO...

che devo fare?

Conoscere è la strada. Sapere e nformarsi.Darsi da fare. Mettersi in ballo: E' PROPRIO NECESSARIO "BALLARE"!

venerdì 28 settembre 2007

Angolo poetico

Questa è una delle poesie più belle, e calzanti, che mi sia mai capitato di leggere.

E non è solo questo...



Godetevela,

in una giornata in cui la pioggia è sottile

e sembra raccontare il segreto dell'uomo.



"I giorni son sempre più brevi

le piogge cominceranno.

La mia porta, spalancata, ti ha atteso.

Perchè hai tardato tanto?



Sul mio tavolo,dei peperoni verdi, del sale, del pane.

Il vino che avevo conservato nella brocca

l'ho bevuto a metà, da solo, aspettando.

Perchè hai tardato tanto?



Ma, ecco, sui rami maturi, profondi

dei frutti carichi di miele.

Stavano per cadere senz'essere colti

se tu avessi tardato ancora un poco".

Nazim Hikmet



...e il segreto di Dio.





Ultimissime dallo Zoo

Ieri sono passata allo zoo, non andavo a portare le noccioline alle scimmiette ammaestrate, ma a prendere un pò di mangime per me.... e invece che mi riporto a casa? Un sacchetto pieno di pettegolezzi e notizie allarmanti. Torno - ovviamente! - a casa col sorriso, pensando "Beh, ho fatto bene a scappare via!".
Ma poi ci ripenso... c'è una frase che proprio non mi va giù, quella di Mr gay che mi riferisce delle aspirazioni infruttuose di FDF a ricoprire il mio ruolo...
Ma ora io dico: "FDF, bella - si fa per dire - dello zoo, ma che ci hai preso gusto??? Appena oltre la soglia, hai tentato immediatamente di soffiarmi il posto?... Eh,nooo! Mica si fa così: ci vuole impegno. Competenza. Saperci fare.... Meno male che se ne sono accorti, FDF, che tu non puoi lucidarmi manco gli stivali!!!!".
Senza rancore
Strammetta

giovedì 27 settembre 2007

Lento ma forte


E' lento ma forte questo desiderio di mettere assieme e di capirci qualcosa. Sale piano, dopo giorni di completo nulla. Poi arriva e ti chiede il massimo dell'attenzione. E allora devi scrivere, devi correggere, devi stampare, rileggere, scarabbocchiare, strofinando il foglio in su e giù, concentrata.
E ti scordi degli altri, che a volte diventano ostacolo, e ti sforzi al lavoro di non pensare che hai lasciato indietro qualcosa di più grande, e ti chiedi Sarà giusto? Farò bene? Cadrò, facendomi male, là dietro, dov'è più molle, o potrò sorridere, alla fine, e dire In culo a tutti! Avevo ragione io!

Per ora è così. e in un certo senso, sono pure felice...

mercoledì 19 settembre 2007

SE...

Se fossi un pittore oggi dipingerei una parete tutta bianca di colori accesi, macchie come urli e fessure per bottoni che incatenino i ricordi.
Se fossi un ritrattista mi farei un ritratto mentre non guardo e il mio viso sarebbe un puzzle che si va componendo come una canzone, a poco a poco.
Se fossi acqua che scorre, gorgoglierei mai silenziosa, dilagherei nelle pianure, sommergerei quel che offende la vista e non mi farei capire.
Se fossi uno scrittore invnterei una storia semplice, che non interessa nessuno, tranne il buon Dio. La storia noiosa di una vita piana su cui sorgono costruzioni che accarezzano la terra e alberi e fiori che la puliscono.
Se fossi dentro un altro corpo, lo sfrutterei al meglio. Oppure lo castigherei, per insegnare qualcosa al mondo.
Se fossi canto, forse parlerei di libertà o forse del terrore.
Di mani che tremano e parole che si rifiutano di trovare la via per essere voce.
Se fossi paziente rimetterei insieme i pezzi che si son rotti, lavorando piano, con guanti e colla, come è descritto passo passo sulle riviste di settore.
Se fossi parete, puzzle, pianura, canto muto, vaso rotto, corpo fratto
se fossi... se fossi matto?

venerdì 7 settembre 2007

Bilancio della settimana

Bilancio della settimana: riposante, con picchi di insoddisfazione per la consapevolezza di poter fare di più e picchi di soddisfazione per aver fatto meno (di quanto mi si chiedeva allo zoo).


La Luna consiglia: ricordate il vecchio adagio: chi si accontenta GODE!







venerdì 31 agosto 2007

NUOVA!

Ebbene sì, oggi è l’ultimo giorno allo zoo.
Ho buttato due cestini pieni di cartacce (fotocopie di comunicazioni fatte ai capi e ai colleghi con tanto di data, ora e firma della comunicazione stessa… tanto per non essere fregata!), ho mandato qualche mail di saluto a fornitori dimostratisi sempre precisi e solleciti, ho perso tempo, chiacchierando, girando su internet e pensando a lunedì prossimo, in questi ultimi quattro giorni, e ho aspettato OGGI.
Il 31 agosto. Venerdì.
Fine mese e fine settimana. Mi sembrava un segno positivo: la fine che è proprio la fine…!
In vacanza avevo maturato un piano perfetto: creare il caos! Ma quando l’ho partorito, avevo dimenticato che qui non è necessario impegnarsi troppo. Quindi sono stata ferma. E buona!
Tra un po’ saranno incasinati fino alla punta dei capelli e senza che io abbia contribuito un minimo…
E’ in qualche modo una soddisfazione al contrario: con me regnava il (semi)ordine, senza di me il marasma. I fornitori sapevano cosa dovevano fare, con chi parlare, come lavorare; gli allievi venivano informati, coccolati, “accalappiati”…
Chiederanno di me?
Chissà…
Sto ascoltando le mie sensazioni e sto scoprendo che, nonostante la felicità d’andarmene, una punta di dispiacere mi pervade.
Un po’ perché alcune tra queste persone mi dispiace davvero lasciarle, un po’ perché mi dispiacerebbe se a loro non mancassi allo stesso modo. E non intendo professionalmente.
A parte questo, sono contenta di non venire più a lavorare qui, a farmi maltrattare, a farmi sottopagare, a farmi insultare… Sarei scema se non lo fossi!
Come si dice? Partire è un po’ morire. Anche licenziarsi lo è. E ricominciare da un’altra parte equivale a rinascere, a “rifarsi nuovi”.
Bene! Non aspettavo altro, da un sacco di tempo…
Cambiare rapporti, dimostrarmi di essermi fatta più forte e più furba.
Nuova.
Sono pronta!

giovedì 30 agosto 2007

Tour della Spagna e ...nella testa

Il 16 sono tornata dal nostro (mio e dello zio Max) tour della Spagna centro-nord (Oviedo, Santander, Madrid). Noi sì, la mia valigia no! Cosa fare in questi casi?
Prenderla con tutta la filosofia di cui si dispone. Per questo, fiduciosa e sorridente, ho fatto aprire da una cortese signorina vestita di verde la pratica di smarrimento bagaglio e ho cominciato a dispormi in paziente attesa…

Dopo 4 giorni, illuminata da un’amica che ne sa una più di me, vado sul sito dell’Alitalia e lì scopro che il bagaglio è arrivato, ma che nessuno si è degnato di chiamarmi per dirmelo.
Grazie tante, mamma Alitalia!

Per fortuna certe “cose” di questo viaggio non stavano comunque in valigia, ma nella mia testa.
E stanno fermentando… Qualcuno dirà “Che strano?! Allora devi avere almeno l’ossigeno nel cervello!”, ma io stoicamente non lo ascolterò, perché forse quel qualcuno ancora non lo sa, ma NOI STAMO ALLA FRUTTA!
E ora vado a spiegarmi…

La Spagna del nord è ricca. Si mangia bene e tanto, si vive, si compra, si viaggia. E tutto questo lo si fa "comodi".

E non si spende tanto quanto in Italia, e questo sia per mangiare che per spostarsi, che per la cultura! nota bene: La metro di Madrid ha 10 linee che si intersecano in svariati punti e
permettono cambiamenti e spostamenti rapidi e veloci, le corse sono regolari, puntuali e i vagoni PULITI! Qui, a Roma caput mundi...

A Oviedo, visitando il museo di belle arti, abbiamo scoperto un pittore che non conoscevamo: Joaquin Sorolla, detto anche il pittore della luce.
Ci ha colpito molto, così, quando tornati a Madrid, dopo 8 ore di visita al Prado (perché le cose vanno fatte bene, eh!?!) abbiamo visto nella libreria del Museo un opuscolo riportante l’indirizzo del museo Sorolla abbiamo deciso di andarcelo a vedere.
MIZZICA, CHE SPETTACOLO!
Al Prado c’è di tutto: Tiepolo, Veronese, Velasquez, Goya, El Greco, pittori della scuola barocca spagnola, il beato angelico, e tanti altri che adesso neanche ricordo…
Al Museo Sorolla c’è Sorolla. È la sua casa, progettata e arredata da lui, sono i suoi mobili, il suo studio, la sua famiglia.

Si avverte una sensazione di amore sereno, là dentro… e i suoi dipinti sono splendidi. Su internet si trova qualcosa, ma un’immagine in pixel rende poco e male la sua abilità nel creare forme, nel dare spessore e dimensioni, nell’accendere di luce le cose e le persone che dipinge.

Ieri sono stata in libreria: qui non sanno proprio che è esistito ‘sto Sorolla… Me lo immaginavo: per questo a Madrid avevo comprato un libro su di lui molto carino… Ma è in valigia! (insieme a un romanzo, che non avevo mai sentito, di Saramago e che ho comprato sollecitata dall’idea che così imparo lo spagnolo… e stavolta lo faccio, giuro!).

Quello stesso pomeriggio siamo andati a vedere il Museo Reina Sofia.
Ci sono i moderni (a me sconosciuti): Le Corbusier, Cordillo, ecc… e c’è il Guernica di Picasso, che per vederlo dovevi accoltellare un po’ di gente, altro che pagare il biglietto!… Tutti lì assiepati, ma a vedere che?
Certo la sensazione di orrore, terrore, paura, morte, confusione, spossessamento, dolore è resa in modo molto chiaro, ma secondo me senza sentimento: Picasso ha pensato a cosa voleva dire e l’ha detto, ma non l’ha sentito.
Questo penso…
Poi c’è Dalì (e lui invece sì che mi piace… surreale e definitivo, come un certo Goya, quello visionario e potente visto il giorno prima), Mirò (ovvero mio cugino di 5 anni che un pomeriggio si diverte coi colori), Boccioni e tanti altri…
Ma soprattutto c’erano i miei occhi e le idee che si muovevano.
Si possono fare tante belle cose nella vita … e da lunedì ri-comincio anch’io!

giovedì 2 agosto 2007

Per la serie "recuperiamole!"


Di questi giorni la notizia che tante parole desuete (appunto!) poterbbero/dovrebbero essere rimesse in circolazione a uso e consumo (e spesso godimento) di noi parlanti.


Qui la mia personalissima compilation, comprendente parole desuete, parole goduriose, parole che sento o non sento più:


A - affabulatore, attoriale, allettante, affastellare, abulico, asperrimo, acerrimo, ambrato, affettato, appropinquarsi, ampolloso, annichilito, accolito, abborracciato, ambedue; e i Camillereschi: affatato, assugliare, aggiarnò, addimannare, aulivo, astutare, addrumare, arricrearsi.


B - bofonchiare, beltà, bifronte, bifido, bucefalo, bazzicare, biascicare, biacca, betulla, boccoluta, bitorsoluto, bubbone, bestiario, bassezza, bismuto; e il Camilleresco: bummolo.


C - cosuccia, cosicchè, centellinare, crasi, canterano, culminare, campestre, cimase, collimare, cittadina, corbezzoli, cesura, crisalide; il romanesco: cassamortaro; i Camillereschi: Catarella! camurriuso.


D - deficitario, duttile, durevolezza, domeniddio, detraibile, defalcare, desistere, darsena, donzella, defecare, destarsi, docile, dimentico, destituito, dettare, deliberato, digrignare, dignitoso, disfunzionale, deprecabile; il Camilleresco: dintra.


E - esprimere, esteta, effemeridi, edotto, evinto, edulcorare, esulare, equità, esperanto, effimero, epperò, esaustivo, efferato, eburnea, evanescere; lo spagnolo: empezar.


F - fintantochè, fallimentare, federiciano, fosco, fedelmente, fitoterapia, fanghiglia, floscio, flatulenza, fiacchezza, fulgido, feccia, foce; il Camilleresco: Fiacca.


G - gravoso, giullaresco, genuflessione, girovago, grottesco, govone, gutturale, giureconsulto, giovenca, gettito, gitano, giaculatoria; e il Camilleresco: giarno, guatare, gana.


H - ??


I - indignazione, imperturbabile, improperio, illazione, infognarsi, imbellettato, isteria, impenetrabile, incutere, incessante, insostanziale, intessuto, imbonitore, implicazioni, innervare, ispessire, illusionismo; il romanesco: impanato; e il Camilleresco: incasciato, intordonuto.


L - lupanare, laconico, lubrico, laido, lapalissiano, liocorno, luciferino;


M - massaia, mummificato, mestizia, meretricio, mannaia, mulinelli, metonimia, massivo, maculato, macilento, misterico, motteggiare, mutevole, molliccio, messalina, mellifluo, madido; il romanesco: macellaro;


N - ninnolo, nequizia, nichilismo; il Camilleresco: natare.


O - osservanza, ossuto; il romanesco e Camilleresco: omo.


P - pandemia, pecunia, possanza, perpetuare, pustola, poltrire, postulante, petulante, paturnia. il maenzese: pingola; il romanesco: peracottaro; e il Camilleresco: passiata, passulune, paisi, pede (un pede leva e uno metti).


Q - quasichè, querulo, quiddità, quandanche.


R - retroattivo, rutilante, roboante, rocambolesco, ridanciano, reattanza; il Camilleresco: ripa (di mare)


S - sedicente, sedimento, saffico, spassionatamente, silente; il romanesco: sudarella; e il Camilleresco: strammo (eh!), sciauro, squasichè, susirsi.


T - tautologico, tosto, tallonare, tetragono; il romanesco: tinticarella; i Camillereschi: tanticchia, turilla, tuppiare, trasire, taliare, tambasiare (casa casa).


U - uscio, uggiolare, uggioso, ubicato.


V - velocipide, vespero, vituperio.


Z - zoppia, zufolo.
Lancerei pure un sondaggio sull'argomento... mi interesserebbe conoscere "le parole degli altri" ma qui NON C'E' NESSUNOOOOO......!!!
NB: Baci e buone vacanze a todos!

Il dado è tratto!

Ho deciso.

Mi è bastata una notte in cui ci ho veramente dormito su e la decisione è arrivata. Da sè.

E ho pensato che, se è bastato davvero soltanto dormire, allora vuol dire che era già tutto deciso.

Adesso sono in ufficio. Da quasi 5 ore, qualsiasi cosa accada mi riconferma che la decisione presa è quella giusta e se solo ci penso già mi sento sollevata... Che altro aspettare?

L'ipotesi? L'alternativa?

In questa fase non ne ho bisogno, anzi ho bisogno del contrario...



Martedì partiamo, io e zio Max. Ce ne andiamo a fare un faticosissimo giro della Spagna del Nord. E poi per tre giorni saremo nell'afosa e splendida Madrid.

Quando torno scrivo tutto. E inserisco foto.

E penso al futuro e ai problemi. Ma adesso no!

Non ce la faccio...



Sono stanca di questo posto, delle urla, delle cattiverie alle spalle, dei Giani bifronte... ecc. ecc.

Stanca e quindi cambio aria. E magari riesco a far combaciare i tanti pezzi del puzzle stando semplicemente più serena...

E a conti fatti so che, su tutto, il sogno di scrivere resta...

mercoledì 1 agosto 2007

E insomma... é arrivata EMMA!




E insomma, in sordina e quasi senza strepiti, è arrivata Emma!


Stanotte alle 4.00.


E zio Max, che da nove mesi per posa faceva il ritroso , era lì.


Non mi ha ancora raccontato niente (stamattina dormiva il sonno del guerriero quando l'ho chiamato) ma io me lo vedo davanti agli occhi come se fossi stata lì: prima fa il superman, ostenta sicurezza, cerca di far ridere suo fratello, dice pure un paio di frasi fuori posto, ma poi... Minimo minimo le ha scattato una foto col cellulare attraverso il vetro della nursery.


Solo che immediatamente si è sentito "fragile", esposto, e tanto per darsi un tono ha detto: "Gli imparerò tutte le cose che la mamma non vuole, perchè io sono il zio Max!" (a cominciare dal verbo imparare usato - volutamente - a sproposito e da "gli" usato al posto di "le"!).



Adesso aspetto di poterla vedere anch'io... e di vedere zio Max con lei, che fa le boccacce, i disegnini, le vocette e tutte quelle cose da cretini che si fanno ai bambini, quando is pensa di non essere visti. Aspetto di vederlo per poterlo sfottere! E allo stesso tempo intenerirmi...


Intanto un dubbio mi assale: Potrò andare in giro dicendo che sono diventata ZIA?


Una bella zia putativa, che di suo non ci ha messo niente, ma che si vuole prendere la gioia di volerle bene: mi sento tanto un San Giuseppe...!!! :)






martedì 31 luglio 2007

KIERKEGAARD



Auguri virtuali in ritardo! Scusate, sposini, ma nei giorni precedenti ero troppo occupata a farmi i capelli!

Dall'immagine a lato potete dirmi se ne sia valsa la pena...

No, eh?! Lo dico pure io!


E' stata una giornata particolare...
Mai assistito a una celebrazione così lunga... e con un caldo che rasentava i 40°! Due ore di messa! Cantata!

SIGNOOORE, PIETA'''!!!!


Però durante la cena ho imparato una cosa che non sapevo, il PARADOSSO DI KIERKEGAARD.




Dice: "Se ti sposi, te ne pentirai. Se non ti sposi, te ne pentirai lo stesso".




E se resti a fare l'invitato per tutta la vita?!

Il solito peracottaro

Ieri ho parlato col grande capo panzone.

Gli ho detto del colloquio e ho battuto cassa. Mi ha detto Vabbè... ma non ha capito un cavolo di quello che volevo dirgli. Si è riconfermato il solito arraffone peracottaro mischiacarte.

Io però ho capito.

Ho capito che qui le cose non cambieranno mai, che il regno del caos è in pieno rigoglio, altro che il mondo di Harry Potter!, che i meriti non vengono riconosciuti perchè non conviene ed è meglio sbattere porte e urlare che cercare di vedere e capire.


Gli ho dato tempo per pensare. poi me ne riserverò altrettanto io.

Ma adesso sono in silenzio. Non penso e non parlo. Solo sento che sono infelice.

E questa infelicità si è manifestata in modo netto, ora più che mai. Inutile far finta di niente.

Per questo DEVO agire...

o ASPETTARE, un momento più propizio, un'offerta più allettante, un sogno che si realizza...


Ecco!

Quando ho iniziato a scrivere volevo scrivere tutt'altro, ma poi è uscito questo: un magma, un rigurgito, un conato...


stram-mah!


martedì 17 luglio 2007

Manifesto (blogghistico)


Mi hanno cambiato il computer.
Naturalmente non è per questo che non ho scritto più qui - da quanto…? – un paio di mesi…
Né perché non mi sia capitato niente o non avessi neanche un secondo per scrivere. Non ho scritto perché è un impegno. Ti leggono in così pochi – risponderanno i miei più attenti lettori – che cavolo di impegno vuoi che sia?!
Eppure…
Mi è capitato di passeggiare per blog di sconosciuti che sciorinano sulle loro pagine tutti se stessi e mi è capitato di chiedermi quanto di se stessi ci sia davvero lì dentro.
Mi è capitato di visitare blog di gente appena conosciuta trovandoci belle cose, brutte cose, cose condivisibili, altre meno. Mi è capitato di voler fare un passo indietro perché invadere col passo pesante dei miei anfibi curiosi un mondo delicato mi pare un abominio, oltreché uno spreco. E mi pare uno spreco perché conoscersi è un arte, come la musica, la scrittura, il teatro e la poesia. E di tutte queste si sostanzia il conoscersi, se puoi guardare qualcuno negli occhi, ascoltare e poi ricordare il suono di una voce, il gesto di una mano…
Mi è capitato di fermarmi.
E chiedermi.
Scrivo qua sopra perché?

All’inizio fu il Verbo.
Il desiderio di verbalizzare pensieri, per la maggior parte scomposti.
Poi l’esercizio.
Quando ho adottato il paravento della storia raccontata (e se non capite a che mi riferisco, non starò qui a spiegarvelo…! J) allora è stato più facile (dentro di me. Solo lì!).
C’è il filtro e il filtro è teatro, come queste mie parole che non sono lampanti (come non lo sono stati post precedenti per cui parecchi amici mi hanno rimproverato) e non vogliono esserlo.
C’entra, in un qualche modo, forse malato, anche il desiderio di non banalizzare.
Perciò scusatemi, signori, ma questo sarà il mio quomodo di stare qui, in questa mia isola che non c’è…

mercoledì 23 maggio 2007

Ultime dagli USA... ma la storia mi suona familiare!

Notizia dal Financial Times:

Negli Stati Uniti sono sempre più diffusi i love contract, accordi privati
tra colleghi di lavoro che hanno una storia d'amore. Con questi accordi, si
impegnano le parti a non nascondere la relazione, in modo da evitare
vendette se l'amore finisce, oltrechè a tutelare le aziende da conseguenti
cali di produttività.

Che ne dite? Considerando quel che si vede IN TUTTI GLI UFFICI...! Se fossi un datore di lavoro lo proporrei!












giovedì 17 maggio 2007

Un puzzle di tre pezzi

Ho un puzzle di tre pezzi. In premio una poderosa pacca sulla spalla, oltre a 13 metri di carta di riso e canna di Bambu’ della dinastia dei Ming, a chi li mette insieme in modo che abbiano un senso.

Primo pezzo.
Allo zoo entra un bel ragazzo, occhi neri penetranti e culetto alto... Anche la voce ce l'ha bella. In mezzo alla bolgia riesco a pensare solo questo. Punto! Stop! (Ma mi hanno preso a mazzate le ovaie ultimamente?!)
Quello chiede un’informazione, poi esce a telefonare.
Appena si allontana, Chioma cangiante (esponente dell'ala sinistra dello zoo, l’ala buona) mi fa: "Ma l'hai riconosciuto?!". E io strammando: "Ma chi?". "Quello!" - e me lo indica con gli occhi e un leggero movimento della testa plurisfumata."No, chi è?" – chiedo, mentre compilo in automatico pile di moduli. "Il ballerino più bravo di Ballando sotto le stelle. Si chiama Simone Di P***!!!... Balla nel programma che va in onda il sabato sera, quello con la Carlucci!" Avrei voluto fare una faccia più intelligente… Invece niente. Di sicuro le palpitazioni non mi sono aumentate. Peccato! Niente gote rosate o virginal pudore… Ahi, come son lontani gli anni in cui tremiti adolescenziali… Vabbè, taglio corto. Rispondo: “Boooh, io il sabato sera esco!”.

Pezzo n. dos.
Qualche giorno fa sono andata a fare un provino. Volevo partecipare a una trasmissione televisiva come concorrente per vincere qualche soldo e comprarmi… dipende… meglio pensarci poi, per scaramanzia…, ma quando arrivo lì – dopo che, badate bene!, mi avevano telefonato loro per fissare quell’incontro – mi dicono che le selezioni sono chiuse e che se voglio posso fare un provino “normale”. Faceva caldo e coi tacchi non stavo proprio da Dio… Dico sì e compilo un modulo, in un corridoio ventilato. Vicino a me sono sedute due ragazze. Una sola deve fare il provino, però.
E’ il suo sogno. Ed è agitata. S'è portata l'amica per farsi dare coraggio. E quella effettivamente si è immedesimata nella parte e sta lì a pomparla, dicendole: "Pensa che questa è la tua grande occasione! Pensa che è il tuo sogno e adesso hai la possibilità di realizzarlo". Io sgrano gli occhi, ma resto zitta. E poi dicono che sono stramma io!
E quella: "Giocati tutte le tue carte, capito?! Stai tranquilla, sorridi!" - e io non posso fare a meno di chiedermi "Ma quali carte!?". Ma resto lì.

Terzo pezzo (quello che non si incastra).
“Ah, ciao, Stramma! Io sono ***”. – mi fa allungando la mano verso di me.
“Ciao” – faccio io e ci tengo subito a precisare “Senti io non lo so che ci faccio qui. Cioè, non è che ci tengo!”
“In che senso?” – chiede lui, aggrottando le ciglia ed esaminando il modulo che ho appena compilato e stropicciato.
“Nel senso che non è il mio grande sogno! Cioè, nel senso, mi diverte l’idea, ma non è che mi importa… è che se penso a che senso ha tutto questo… non trovo il senso, o meglio…”. Che è un discorso che qualsiasi persona sana di mente fa, se ha appena preso una botta in testa e versa in quello che i medici chiamano stato confusionale…
Lui mi dice sorridendo: “Vabbè, tranquilla… Ora ti faccio un po’ di domande”. Dico “Ok” e penso Com’è carino, comprensivo…
Così mi sciolgo, torno la solita Stramma di sempre, un po’ scema un po’ no… e, senza neanche accorgermene, mi ritrovo su un palchetto, con lui che, agguantata la macchina fotografica, mi fa mettere in posa. “Ora fammi un’espressione maliziosa, sexy! Ora pensierosa, ora triste…”
E io lì a fare le facce come una scimmiotta ammaestrata che se la ride!
Più di tutte mi vengono bene la faccia allegra, perchè mi sto davvero divertendo, e quella arrabbiata: mi basta pensare al cicalone…

Ora prendete ago e filo e cucite insieme questi pezzi. Se siete bravi vedrete che riuscirete a utilizzare tutte le lettere che compongono la frase “Odio l’apparenza ma la assecondo. E poi mi chiedo perchè…”.

mercoledì 16 maggio 2007

L’enzima ritrovato

Ho ritirato le ultime analisi. Dicono che, nonostante io sia una gran casinista, non mi ero persa nessun enzima! Né l’avevo messo nel posto sbagliato. Alla faccia di mia madre che blaterava “Sei sempre la solita disordinata!”. Ciò vuol dire – udite udite! – che sembro più giovane dell’età che ho, punto e basta! Che non dipende da un problema organico, ma dall’unico elemento di culo che possa individuarsi nella mia persona…! Pappappero…!!!
E dicono pure che aveva ragione il zio Max quando diceva che l'ultimo prof-sciamano consultato era tutto scemo. In effetti uno che ci ha quello sguardo pazzoide negli occhi, proprio benissimo non deve stare!
E poi dicono pure che non sono celiaca.
W la pasta! Tiè tiè tiè!!! W la pasta! Tiè tiè tiè!!!

L'unico problemino è che continuo a stare maluccio. Però ho riacquistato il mio peso forma di quando andavo all’università… Magari, non proprio la tonicità... ma non sottilizziamo! Il punto è che oggi Stramma si sente bene. Bene nella testa, nell'umore... Si sente PRONTA. E pure lo zoo le fa meno schifo, oggi! :)

giovedì 10 maggio 2007

Una rivisitazione di "Vacanze romane"...

Oggi sono dovuta tornare in Regione… E quando sono arrivata lì, ho saputo che non era lì che dovevo andare. Ma dall’altra parte di Roma. E Porca putt...!
Capirai, alla fine ero pure contenta di stare più a lungo lontana dallo zoo, il guaio (e proprio di guaio si tratta) è che ci sono andata in moto col Conte.
Voi il Conte non lo conoscete, ma già solo vederlo in equilibrio precario con quel suo capoccione grosso su due ruotine piccole piccole è terrificante, figuratevi stargli dietro. In più c’è il fatto che con quel capoccione ti oscura la visuale... e io invece DEVO sapere!
E poi s’insinua, svicola, si stringe e si storce per scivolare tra le auto ferme al semaforo e arrivare primo (Ma bravo!).
Mi FA PAURA! Ma proprio paura paura paura… soprattutto quando, per fare le curve, si piega tutto… Sì, lo so che funziona così in moto, ma chissenefrega: io ho paura!
Comunque! Mi faccio coraggio e infilo il casco.
Ha comprato un casco figo, tutto dorato, come il suo, solo che avrà pensato “Se il mio supercapoccione entra in un casco XL a una donna basta la S” (Nuovo difetto: Maschilista fallocrate).
Beh, caro Conte, non so con chi esci tu, ma io non ci ho un cranio S. Il mio è almeno almeno un cranio M!
Un bel cranio medio-grande che all’interno ha un sacco di belle cose, e all’esterno porta attaccati tanti CAPELLI! (Conte, ma che esci con una pelata?!). Ma tralasciamo…
Calcandomelo a forza e con un elegante e felpatissimo movimento delle gambe, salgo di nuovo in sella (Speriamo che non mi abbia visto nessuno… GHHHH!) e via di nuovo verso nuove avventure.
Sono dimagrita due chili. Tutti sulle cosce. E non mi ci voleva. Visto che, di mio, già sembro un pollo…
Vabbè, comunque a un certo punto mi dimentico del traffico, delle curve strictu suolu, delle macchine a mezzo millimetro dalle mie ginocchia e VEDO ROMA.
Mamma mia, quanto sei bella!
Splendida come una donna bella che è bella senza trucco, di prima mattina. Bella e piena. Raggiante di sole e di gente che si muove. Perché qui ci si muove tutti, sempre. Bella e assolata. Bella. Bella di architetture d’altri tempi, col Tevere che t’attraversa sonnolento. Bella e preziosa. Come se ogni palazzo, torre, monumento, resto di passati fasti che ospiti generosa fosse intessuto di delicato pizzo antico, trasparente. Che meraviglia.
Parlo male alle tue spalle, lo sai? Dico che me ne vorrei andare… che fai schifo (Sì, l’ho detto, l’ho detto!) e lo faccio spesso.
Poi, in un giorno, strano come oggi e disilluso come tutti gli altri, mi scopro appassionata di te. Sarà stato il sole tenerello, sarà stato il vento primaverile, boh, vallo a sapere, fatto sta che oggi mi hai “ri-innamorata”, così, col verbo all’attivo!

(ps: Ciao, Conte! Come vedi…)

mercoledì 2 maggio 2007

I tre movimenti. Roma-Firenze-Lucca e ritorno

I° movimento: Stramma che s-trena e s'impanica, chè non sa da che parte sia l'albergo. Lascia "il zio Max" in mezzo alla strada, davanti a un tabellone riproducente, in scala, tutta la città. Il tabellone in bronzo è rovente (il sole ci cade su quasi a picco) ma "il zio" col suo ditino stoico segue gli incroci delle linee, disegnando ghirigori, che hanno in sè qualcosa d'affascinante. Ma Stramma lo scopre solo poi, perchè nel frattempo è rientrata in stazione, ha comprato una guida + cartina della città ed è uscita di nuovo. Giusto il tempo di ricordarsi che lei non sa leggere le cartine! Il movimento si conclude con lei che passa quel libricino all'amoruccio suo che è tanto bravo e in un'altra vita faceva la guida indiana, mentre lei stava davanti alla tenda a cuocere montone e a tenere vivo il fuoco...

II° movimento: Stramma che non riesce a prendere sonno e si gira e rigira nel letto, maledicendo quello stupido imbecille che ha inventato e sostituito i cartoncini alle vecchie chiavi degli alberghi, quelli che devi inserire nella buchetta magica una volta dentro la stanza e allora, solo allora, le luci si accendono e l'aria condizionata si fa sentire. Perfetto, economico, funzionale. Sì!Soltanto che se entri in albergo alle 22.38 e alle 11.00 vuoi dormire, è inevitable che non si sia rinfrescato un bel niente!!Unica via di uscita a quel punto è farsi un'oretta di chiacchiera a tu per tu con il bagno, che è di marmo verde e mette fresco solo a guardarlo - (SOLO!) - mentre cerca di trovare la soluzione allo "scambio antipodico" che non ha risolto in treno e che dice più o meno "Scatta con vigore ma è un errore" - 5 lettere.
Uhm??!!??


III° movimento: Stramma e "il zio" tornano a casa in treno.
Sono soli in carrozza e vorrebbero fare le zozzerie, ma poi uno dei due si ricorda che potrebbero essere arrestati...
Il terzo movimento contempla una rinuncia.
E' un movimento all'indietro perchè sono seduti di spalle rispetto alla direzione del treno, come se, inconsciamente, volessero ritardare il ritorno. Non guardarlo.
Non vederlo.
Immobilizzare l'istante di "sollevamento dalle responsabilità", cristallizzarlo, renderlo duraturo...
Ma il treno ha un movimento solo. Impietoso. E li riporta dove non hanno più piacere di stare.

Stramma ha viaggiato tanto in passato, per lavoro.
La via di casa, dopo giorni fuori, era una consolazione forte. L'idea che tutto era andato bene, che il grosso era fatto. La svolta all'angolo e poi il portone, una liberazione. Sapere che qualcuno l'aspettava, che quello era l'affetto, metteva le ali e abbatteva la stanchezza (per due minuti!).
Stavolta invece la sensazione è diversa.
Non voleva la fine del viaggio, Stramma. Neanche lui la voleva. Ma non se lo sono detto.
Sarebbe stato bello, pensa Stramma in treno, poter girarellare ancora, con calma, chiacchierare ancora o far finta di litigare, guardarlo ancora, mentre lui si muove nel letto e la mattina apre un occhio solo, insonnolito e spettinato, ancora e ancora...
Stavolta è tutto diverso. Lei infatti l'amore se lo è portato dietro. Gliel'ha fatto capire, che quello è amore, o meglio gliel'ha riconfermato il movimento di lui, quello di quando le stende il tappetino della doccia per non farla scivolare, senza che lei glielo abbia chiesto.
Stramma s'è commossa, ripensandoci...
E il treno corre.

martedì 24 aprile 2007

Stramma c'è (e spesso ce fa!)

Il 2 giugno dovevo andare alla Comunione di mia cuggia. Invece.
Invece andrò a ritirare un premio. I
mmagino sia il famoso "Niente de che", ma è una piccola scossetta per risvegliarmi dal torpore... Hey, Stramma, è primavera e tu sei viva! Ci sei!

lunedì 23 aprile 2007

Ieri sdraiata al sole, tra l'erbetta di Villa T. Intorno gente che non mi infastidisce. Accanto un'amica che è una grande risorsa, che sa farmi guardare le cose che m'accadono da un punto di vista che il più delle volte non considero, che mi fa le domande giuste. E che sorride. E piange anche, a volte. E poi mi chiede scusa.
E io sorrido, perchè si scusa di quello che a me pare un regalo...

venerdì 13 aprile 2007

Voglia di...


giovedì 12 aprile 2007

FdF e gli altri animali dello ZOO

Oggi mi sono alzata con un'idea brillante (sapete, di lunedi' mi succede ancora! Poi man mano che la settimana si snoda, mi smoscio come il sacchetto di prugne di uno stitico cronico!) e mi sono detta: "Troviamo qualcosa di buono nel mio schifoso lavoro!".

1. Innanzitutto bisogna precisare che il mio capo e la mia capa sono sempre in ritardo. Tardi arrivano, tardi vanno via, tardi ci pagano e ci pagano pure poco, ma alla fine ci pagano sempre.
Certo, è difficile utilizzare le stesse metodologie quando ai a fare benzian o a comprarti un paio di scarpe, o quando devi pagare una rata del mutuo o una bolletta della luce, però QUI pare che funzioni...
Comunque ci pagano. Pure quando stiamo a casa con la bua... e io ultimamente...
In fondo dovrei aver pietà di tutti questi ritardi, saranno dovuti a un a preoccupante amenorrea cronica; effettivamente potrei consigliare loro di prendersi un buon anticoncezionale per via orale, così i ritardi diminuirebbero, ma per il momento non ho proprio voglia di aprire bocca...

2. La maggior parte dei giorni c'è il caos primordiale qui, ogni ufficio risuona di urli, strilli e strepiti, ma per fortuna di tanto in tanto spuntano pochi brevi e agognati momenti in cui posso anche starmene comoda a farmi i cacchietti miei. (E questo post ne è la testimonianza!!!).

3. E poi lo conosco. E conosco i miei polli. Ciò significa che ho imparato almeno le basi del lavoro e ora non sbaglio più tanto facilmente; e ciò significa anche che la prima e fondamentale regola - nessuno è tuo amico ma tutti tendono essenzialmente a mettertelo in quel posticino! - l'ho vissuta sulla mia pelle e l'ho pagata così a caro prezzo, che ORA E' MIA, e so bene che sta a me stare attenta a certe mie parti (molli)!

4. E poi ho, e quindi posso, usare la mia fantasia. Per questo ora che mi guardo bene intorno mi viene da ridere, perchè c'è un limbo di libertà che riesco ancora a godermi, mentre lo Zoo urla, strilla, s'incazza e alla fine perde tempo, avvitandosi su se stesso. Così, nella speranza che la mia illuminata esperienza possa essere d'aiuto, ispirazione o almeno conforto a uno dei miei carissimi lettori, ho deciso di proporvi una breve carrellata sugli animaletti di carne, sui pupazzi di pezza e sulla pletora di loschi figuri non meglio identificabili, che un giorno hanno deciso di uscire fuori dai personaggetti della pubblicità, dalle pagine dei fumetti, dai miei incubi peggiori, per presentarsi ai miei occhi attoniti.

Prima di tutto c'è l'harem di FdF. Ala destra dello zoo.
Perchè Faccia da Foca è brava.
Una Foca che fa le fusa come fosse una gatta, pur senza essere schizofrenica; una Foca che conosce tanto bene l'America da poterne essere considerata epigona in terra straniera, perchè lei dall'America ha appreso una lezione fondamentale: non ha importanza la qualità del prodotto che vendi, ma come lo vendi. E lei, il suo, lo vende bene! (E a me che la guardo non resta che ipotizzare che forse ne faranno delle creme... Il grasso di foca avrà qualche caratteristica in comune con quello delle balene, o no?!... )

Elemento principe dell'harem è l'orso peloso stronzo, anche detto "Gambadilegnocuoredistagno". E ho detto tutto!
Una volta avevo stima di lui. Credevo che il nostro rapporto in qualche modo avesse un senso (forse quella volta alla stazione cadendo ho preso una botta in testa, invece che al ginocchio!) e che quando mi diceva Ti voglio bene gli desse lo stesso senso che gli davo io. Però mi sbagliavo. Capita! Caspita, se capita!
Quando ne avevo parlato con FdF - che già allora era la seconda della lista... o la terza?! - era uscito fuori di tutto: propositi di vendetta (miei), idee per ridicolizzarlo (sue), tentativi di farsi dire la verità (suoi; io avevo già capito che non era possibile), ecc ecc., ma mai mi sarei aspettata che tutto quel che ci eravamo dette durante la confessione fiume potesse essere dimenticato nel giro di... di quanto? boh, fatto sta che io a lui l'ho cancellato con un pennarello indelebile, lei con una Paper mate, una di quelle che si cancella a propria volta...! Ma è stata brava! E questo devo proprio riconoscerglielo.
Lo ha messo in posizione subalterna, lo tiene per la collottola e quando le gira, se lo rigira sulla punta delle pinne, come fosse una palla colorata. E lui ci sta! Si fa trattare come un imbecille anche in pubblico e gli va bene, la sua parola ha perso qualsiasi credibilità ed è contento. Gambadilegnocuoredistagno BURATTINO!!!
(Ve la dico? vabbè, questa ve la dico!!! La punta di ridicolaggine la tocca quando lei vuole a tutti i costi sistemargli i capelli tagliati di fresco... E allora non importa se intorno ruoti e viva una serie di altri individui chiamati colleghi/ clienti. Che fa?
Lui dice "No, dai!" e lei "Ti ho detto che così sei brutto" e lui "Ma lascia stare!" e lei "Ma se l'ho fatto già tante volte!". Alla fine lui cede e lei gli concede una carezza sulla testa. Come si fa con un qualsiasi bastardino obbediente!!!) .

Poi c'è il bello che balla (la salsa).
A parte l'evidente stato di originalità insito nel ballare la salsa in un mondo dove tutti ma proprio tutti sculettano, va detto, a scanso d'equivoci, che il bello che balla è soltanto un amico di FdF. Un pò subalterno, ma poco. Un amico che lei un paio di volte ha baciato sulle labbra e a cui ha dichiarato che "avrebbe tanta voglia di fare quello che fa all'orso", ma le è andata male: quella volta il bello che balla si è raggelato per un paio di orette... Lui ama organizzare. Ovviamente nulla che abbia a che fare col lavoro.
Organizza serate. Tra amici. Tra colleghi. Tra tra tra.... trallallero trallalla'...
L'ultima volta lui e FdF stavano organizzando un w.e. in un agriturismo e, a sette passi di distanza da me, ha esclamato, dando felice prova della sua personalità da pesce rosso in boccia, "Ma a chi lo diciamo?" e lei "A questo, a questo, a quest'altra... - e alzando la voce quel tanto che bastava per essere sicura di essere sentita da me - e poi basta. Non lo diciamo a chi è sgradito!". E ha puntato l'accento tonico della frase tutto sull'ultima parola. Che a quel punto che fai?
A 13 anni sarei rimasta a soffrire in silenzio, a 25 avrei esclamato una frase tipo Mabruttastrchevuoichemenefrseveneandateafanctuttinsieme? uhm?!. Adesso invece, che ho scavallato la trentina, a causa dell'incipiente rincoglionimento, resto zitta a chiedermi Ma che so' io la sgradita?! Qui non ci si capisce più niente: sono loro gli sgraditi!!!
Ed è solo a questo punto che arriva la rabbia: ma non per l'indignazione, piuttosto per il fatto che, essendo io educata, in quell'occasione non le ho detto serena e tranquilla quanto mi siano sgraditi e sgradevoli loro! La rabbia del non potersi esprimere, antico nocciuolo che mi strozza da sempre. NOCCIUOLO - che bella parola!

Et tertium venit MR Gay, soprannome calzante, coniato, purtroppo non da me, e per il quale tributo il dovuto plauso alla Sig.ina Fra.
Mr Gay non assomiglia al biscottoso Mr Day ed è “il meno peggio” della combriccola. L’unico che risponde Sì se gli chiedi di fare qualcosa. Tre giorni dopo infatti puoi star certa che te l’ha fatta. Tre giorni tre.
Un elogio umano alla rapidità mentale e alla scienza.
Un giorno sarà magistrato. Per vie traverse ce la farà ad amministrare la giustizia!…Questa è una certezza: il mondo è dei mediocri. E presto sarà anche suo!
Mr Gay ama contare i soldi che entrano in cassa; dice dieciassette, dieciotto, dieciannove, come nell’antica Roma… cioè in quel dialetto trasteverino oramai desueto, che lui ha reso assolutamente personale, grazie all’inflessione da checca indolente che lo contraddistingue.
Su Mr Gay non ho poi molto da dire, sarà che è interessante quanto una parete bianca… Una persona senza infamia e senza lode. Il meno peggio, appunto!
Peccato per lui che scodinzoli tanto dietro il resto dell’harem: lo rallentano!!! ;)

Poi c’è l’elemento avulso.
Insopportabile e in-sopportato da tutti.
Lo chiamano Cicalone, perché è rumoroso e inconcludente come le cicale, ma grande e grosso come un armadio a cui stanno per scoppiare le ante.
Lui è il mio bersaglio esplicito più ricorrente.
Ogni lite finisce con la dolce Stramma che ruggisce “Ma impara l’educazione, brutto maleducato!” e il Cicalone che apertamente minaccia ritorsioni e nell’ombra intraprende seri propositi di vendetta, che finora non gli è mai riuscito d’attuare. Eccellente, Smithers…!
Un giorno lo investirò per sbaglio con la macchina. Poi guarderò dallo specchietto retrovisore e, rendendomi conto di non avergli fatto male, innesterò la retromarcia per finire il lavoro! Chiamatemi Nikita, a quel punto, please!
Prima di quel giorno però lo colpirò con sottili frecciate acuminate iniettate di veleno. Tenterò di prendergli la giugulare. A qualsiasi distanza.
Per essere sicura di non sbagliare, da un pò mi sto allenando a tirare il mangime del pesce rosso direttamente dentro la boccuccia del Sig. Gino (il mio pesce arredatore).
Quando la mira sarà perfezionata passerò alle frecciatine.
Una me la rigiro tra le dita da un pezzo, ha a che vedere con donne che lo abbandonano, nonostante cittadinanze che sarebbe più facile ottenere sposando un italiano…
Il Cicalone parla sempre in terza persona. Per parlare con te dice "Fate questo, fate quell'altro". Roba che tu ti guardi le spalle, per vedere se tante volte dietro ti si è appostato qualcuno, ma invariabilmente ti accorgi che sei solo soletto.
Cinque minuti fa abbiamo avuto l'ultimo feroce alterco. L'ho fatto saltare 20 cm da terra, era inviperito, una cicala tarantolata...! Che spettacolo!
Brontola: "Ho detto 1oo volte che le pratiche vanno messe nella cartellina..." (si riferiva a me che ero alle sue spalle), presa da un raptus chiedo "Perchè a te fanno male le manine?".
E lui, saltando: "Le manine??? Ma come ti permetti? Chi ti credi di essere tu qua dentro? Stai zitta quando parlo io. Tu con me non ci devi parlare. Impara l'educazione (stavolta m'ha preceduto, accidenti!). E fai quello che ti dico!"
Tutto questo urlando quasi soffocato, mentre io compassata rispondevo punto su punto:
"Ma chi ti credi di essere tu?! Sei tu che urli! perchè tu chi sei? io ho altro da fare, te lo fai da solo!".
Poi ha aggiunto la massima del giorno: "O le cose le fate bene o per niente!" e io ho detto: "Ecco, apposta: mo' non le faccio più, per niente!".
Ma la cosa più bella di tutte è stato il salto di 20 cm.
ATTENZIONE - ATTENZIONE: Un Cicalone in volo!!!!
Che spettacolo!

To be continued...

novità in edicola...

Da oggi col Corriere della Sera ogni giovedì e sabato esce un racconto di un autore. una novità in edicola a un solo euro in più. Figo! mi ci tuffo... in edicola! il libricino di questa settimana è smilzo, tutto nero con scritta rossa, s'intitola "il contrario della morte"... peccato che gli autori siano stra-affermati e non abbiano bisogno del Corriere per essere letti. noi poveri Cristi, invece...
Sigh Sigh :(
Eppure ce la devo fare!
Di partenza sono troppo insoddisfatta per non tentare...
e lo farò.. al grido di CAZZAROLA!... ce la farò!!!! :)

mercoledì 4 aprile 2007

Enzimi!

E ieri ne ho saputa una nuova!
Vado dal dottore, un altro - questo è il n. 5 - che sembra un sorcetto simpatico, una specie di topolino canuto, con gli occhiali in punta di naso; mi fa: "Anni?"
"32" dico io.
Lui - da dietro gli occhialetti: "Non li dimostra proprio..."
Io (giuliva come un'oca): "Ah, grazieeee!!!"
Lui, raddrizzandosi sulla sedia: "Ma non è un complimento! E' una cosa preoccupante... vuol dire che c'è un probabile malassorbimento dei cibi... le mancherà qualche enzima...."
A quel punto il sorriso ebete mi si congela in faccia e le braccia mi si staccano col tipico rumore che fa la fettina quando provi a disincagliarla dal gelo del frigorifero...
Nel frattempo un'immagine inquietante mi passa davanti.
Qualcuno mi ha detto - ma chi? ah, sì, LittleBal! - che c'è una sua amica cui manca un'enzima... Le hanno dato una pasticchetta che lei prende quando vuol fare stravizi gastronomici e ha risolto ogni problema...
Perfetto! Succederà così anche a me!
...solo che la mia mente continua a confezionare immagini: ora ce n'è una di me, che, ogni volta che tiro in bocca la pastiglietta e che questa percorre la parabola dalla mia mano alla mia ugola fino ad atterrare, no, meglio ad ammararmi in gola e poi nello stomaco, subisco un count down
Meno tre meno due meno uno zeroooo... e subito sembro più vecchia di un anno.
Rughe intorno agli occhi, pelle avvizzita. La mia pelle di pesca!!!
Immagino un decadimento totale.
un declino veloce e inarrestabile. a meno di rinunciare alla pasticchetta. Insieme a
- Lasagne
- Dolci
- Fettuccine ai funghi porcini
- Filetto al ppe verde
- Bignè alla crema, Pastarelle alla panna, Diplomatici...

Vabbè, basta che mi sto sentendo male!
Intanto attendo di fare nuove analisi e pagare salatissimo ticket.
Ma poi 'st'enzima ce l'avrò o no? :-)

giovedì 15 marzo 2007

Non mi sta bene!!!

Ciao a tutti....
...utti...utti...uttiiiii..... (dentro a 'sto blog passa così poca gente che c'è l'eco!)
dunque scrivo per me.
e scrivo che NON MI STA BENE!
non mi sta bene:
- d'essere trattata male da chi non capisce niente e per niente ti rimprovera,
- che, tornando a casa, mi sento mortificata e piena di malessere perchè mi sento sottopagata, sottostimata, umiliata da questo lavoro da cerebrolesi e da un capo, anche detto "grappa"...
- che vorrei un pò di tempo per me (e per le mie gambe, che gridano "ceretta"!)
- che vorrei poter scrivere di più e meglio. e leggere. belle cose!
- che tutto costa troppo, e non parlo solo di una casa (chimera speranza irraggiungibile colonna d'ercole...), ma di una semplice scatoletta da "acchittare" col decoupage.
- che in macchina devo stare attenta a tutto e tutti, quelli che ti sorpassano a destra, quelli che ti sorpassano a sinistra e pure quelli che ti prendono per il letto di sotto di un letto a castello e ti sorpassano pure da sopra.
- che proprio a me faccia male il fegato.. io che non ho mai bevuto, fumato, nè mi sono mai fatta una canna o altro.
- che tutte le persone cui tengo abbiano vite complicate, liti e lavori "Der Ca". vero, cicci'?
- che trovare un momento per vedere gli amici sia un'impresa titanica (nel senso di Titanic!)
- che... che non mi sta bene che troppe cose nonmi stiano bene...

giovedì 1 marzo 2007

Il volto a metà


Preambolo
Anche i volti raccontano storie. Quelli fortemente connotati, quelli che ti ricordano qualcuno, quelli che “fanno simpatia”. Ma soprattutto - proprio sopra sopra tutto - quelli a metà, cui manca “qualcosa”… che ti sfugge e ti continua a sfuggire, memtre li pensi e li ripensi e intanto inventi…
Il Racconto
Il volto a metà
Ho spento la sigaretta e ho iniziato a disegnare un volto di donna. Un’altra volta. Succede sempre in modo del tutto imprevisto: basta che abbia davanti un foglio bianco e una matita e la mia mano comincia a muoversi in modo autonomo… Parto dall’arco sopraccigliare. Sempre. Lo traccio piuttosto arcuato, ma non troppo, perché non intendo conferire nulla d’ironico allo sguardo che tra un po’ mi guarderà dal foglio. Cerco di rimanere in equilibrio su un sottile filo, che ha qualcosa a che fare con la carezza tenace di un amante innamorato, una carezza decisa e tenera allo stesso tempo. Una carezza come quelle di Claudio… Poi traccio la linea esterna di un occhio. Il destro. Ha forma allungata, ma è un occhio grande, come spalancato a comprendere il mondo. Un occhio un po’ impaurito, forse. O allibito, incerto. Disegno lentamente la palpebra, al di sopra dell’occhio; la scurisco leggermente come a passarvi un sottile filo di trucco: è un’operazione delicata, basta poco e, invece di uno sguardo misterioso, ti ritrovi davanti un orrido insetto zampettante. Devo fare attenzione. Muovo la mano con calma. La matita dev’essere già un po’ arrotondata, sporca. Perdo tempo e penso a quanto questo rimandare somigli al corteggiamento e ai preliminari d’amore. Poi passo a tracciare la circonferenza dell’iride, ma senza colorarla. Resta lì a guardarmi, l’occhio bianco, quasi offeso, istupidito, ma io faccio finta di non vederlo: guardarlo a mia volta mi metterebbe una dolorosa sensazione addosso, che ho già esperito in passato e che per stavolta voglio risparmiarmi. Tempero la matita. Le ciglia sono un particolare del volto che considero un privilegio assoluto regalato da Dio al genere femminile, un particolare che può rendere una donna brutta estremamente interessante e una donna bella molto pericolosa, se quelle ciglia le sa muovere in un certo modo. Per questo i volti che disegno hanno sempre ciglia folte, più corte dove inizia l’occhio, vicino al naso, e lunghe, lunghissime all’estremo opposto, dove l’occhio s’allunga e muore. Traccio brevi ciglia anche nella parte inferiore dell’occhio, a tratti leggerissimi. E, finalmente, torno ad occuparmi dell’iride: al suo centro esatto disegno un cerchio scurissimo, dal quale, a raggiera, si dipartono decise linee che vanno a toccarne la circonferenza. Lascio che la mia mano calchi di più sulla destra e che alleggerisca il tratto spostandosi verso sinistra: è da lì che giunge la luce che va a rischiarare questo sguardo, inondandolo di una consistenza spietata. Ora passo al naso: lungo, diritto; scende allargandosi su una narice sempre difficile da modellare. Ormai però ci ho preso la mano, mi riesce sempre bene, il naso. Più tardi tornerò coi polpastrelli imbrattati ad abbozzare ombre: adesso non è ancora tempo di toccare, di plasmare, è il momento di delineare, di tracciare linee, di sfiorare soltanto. Labbra. Sono carnose. Appena socchiuse. O meglio appena dischiuse. A volte lascio intravedere i denti davanti, quelli di sopra, e un accenno di lingua. Sono labbra sempre molto sensuali, ma non esagerate. Sono rigate, screpolate, illuminate dalla stessa luce che colpisce l’occhio. Oggi, in più, una rughetta sul lato destro rende viva, vissuta, questa bocca leggermente dischiusa. E’ una bocca sporca di un nero effimero di matita, che stendo coi polpastrelli, attenta a non fuoriuscire dal contorno tracciato. Poi passo a ombreggiare il naso, a dare risalto alle guance, a far intuire un mento piuttosto pronunciato. L’insieme risulta decisamente piacevole, anche se manca qualcosa: inutile negarlo. Mancano i contorni. Non riesco mai ad arginarlo, questo volto! Sembra voglia riempire tutta la pagina, chiede spazio e attenzione, con tutti i suoi innumerevoli particolari che gli conferiscono spessore e vita. O almeno una sorta di vita… Lo guardo attentamente: è un viso che dice tutto. Che si dice tutto. A questo punto passo a occuparmi dello sfondo, con le dita impiastricciate di matita. E’ il mio modo d’arginare lo spazio, questo sguardo, questa bocca. Mi chiedo cos’ho – che specie di smania c’è - nelle mani, che mi costringe a toccare, a precisare, a plasmare, come se avessi a che fare con creta, con terracotta, invece che con carta e colore… Allontano il foglio da me, osservandolo attentamente. Di solito, se mi convince lo appendo. Se non lo fa, lo ripongo nella cartelletta dei volti insoddisfacenti. Se lo appendo, torno a soppesarlo spesso. Cerco gli errori, scorgo le somiglianze con i miei volti precedenti, con me stessa. O meglio con la me stessa che mi sento dentro, ma che di certo non sono: io non ho gli occhi così grandi, le mie labbra sono meno carnose; ma la sensualità che tendo ad esprimere, un po’ ingenua e incerta, m’appartiene tutta. O io appartengo a lei. E l’ho scoperto da così poco! Da quando Claudio ha allungato la mano sulle mie cosce e poi è salito su… Da quel giorno mi sento esplosa e implosa allo stesso tempo: esplosa nei desideri, nel corpo, e insieme costretta a un’implosione dovuta non a me, non a lui, ma a tutto il resto. Lui dice che sono ancora una ragazzina, che dobbiamo aspettare. Ma io mi sento una farfalla che ha scoperto d’avere le ali e che non può volare per mancanza di spazio… E la cosa più assurda, tragica e buffa allo stesso tempo, e inspiegabile, assolutamente inspiegabile, è che gli altri non s’accorgono di niente! Neanche i miei genitori, che sono gli unici a vedere questi miei disegni vibranti di me, vibranti di desideri, si rendono conto di quello che mi sta accadendo. Presto gliene parlerò, almeno a mia madre… Spero capisca, spero accetti questo mio crescere in una direzione tanto netta e lampante a questo punto. Spero accetti Claudio, la nostra storia, le nostre scelte. Spero continui ad amar… “Lucaaaa! E’ pronto!” – la voce di mia madre rotola avvicinandosi e ingrandisce quando, con tutta la sua forza, s’appende alla maniglia e apre la porta della mia camera. Mi guarda, guarda le mie mani e il mio disegno che in parte nascondo, in parte svelo. “Certo che sei proprio fissato con tutti questi visi di donna! Almeno ti venissero bene: senza lineamenti, senza capelli, con un occhio solo, mezzo naso e mezza bocca! Ma che vuoi fare concorrenza a Picasso?” Resto in silenzio. “E i tuoi professori dicono pure che sei bravo!” - Sorride con espressione colpevole, ma non m’offendo. Dentro è tutto più complicato di quel che crede lei, più complicato che offendere qualcuno nelle sue ambizioni artistiche. Prendo aria, sto per risponderle, sto per tirare fuori le parole che spiegheranno tutto, sto per apparecchiare in tavola non il pranzo ma la verità, e non so se le sarà tanto facile digerirla. Ma lei richiude la porta e ciabatta via, verso la cucina: “Sbrigati, chè si fredda!”.Io resto lì, con le prime sillabe partorite senza levatrice e una placenta appiccicosa e grassa che mi riempie la gola, facendomi soffocare e impedendomi d’affrontare loro di là, loro di fuori… Resto inebetita, a guardare quest’ultimo mio volto incompiuto, chiedendomi per quanto tempo ancora loro s’ostineranno a vedere soltanto la parte mancante e a ignorare quella parte che grida dal foglio che c’è, che vuole esserci, che vuole…che è. Quella parte che sono. Io.

Le avventure di FdF


Faccia da Foca mi sta accompagnando in Regione. "E' sulla Colombo, vero?" - mi chiede sapendo già la risposta.
"Sì" - rispondo facendo fnta di essere concentrata su altro, ma in realtà la mia mente si sta lasciando andare a comporre l'immagine di quel palazzo fatto a forma di ipsilon, che come una Madonna pietosa sembra stendere le sue braccia per accogliere tutta la Cristoforo Colombo e le altre strade intorno. Ma che immagine poetica, cazzarola!
FdF chiacchiera, non so bene di cosa. Poi, a un certo punto, quel che dice attira la mia attenzione: dice che lei lava i pavimenti di casa sua tutti i giorni.
Dico: “Vabbè, hai il gatto!”.
“Sì, ma pure prima del gatto! Lo ammetto: io sono fissata. Mi fa schifo tutto. Pensa che lavo i piatti uno per uno, mica come quella gente che li mette tutti insieme nel lavandino, prima li insapona tutti e poi li sciacqua. Io li insapono uno per uno e li sciacquo separatamente. Sì, io sono proprio malata!” lo dice con un sorrisetto indulgente, quasi orgoglioso, verso se stessa, mentre io dico “Io faccio così” ancora più orgogliosa di lei.
Sono io quella “gente” sporca che ama i batteri e lava tutti i piatti insieme; e glielo dico pure “Io faccio così!” e intanto penso che ci credo che sta sempre a lavare: se non piace alle foche sguazzare nell’acqua, a chi può piacere?!?!, e poi aggiungo: “Pensa quant’acqua sprechi!”.
“Eh, ma non posso farci niente! – si schermisce lei – Pensa che non mi sono voluta comprare neanche la lavastoviglie, per lo stesso motivo!”
Dico, ma non volevo - lo guiro!: “E quando è giorno di lavatrice che fai? Dividi i tuoi panni e quelli dell’altra persona in due lavatrici separate”?
Ecco, ci siamo arrivate: "l’altra persona" è l’innominato, un orso peloso stronzo fino al midollo.
Lei incassa quella specie di colpo, con un specie di sorrisetto. Penso “Che palle, ‘sta specie di viaggetto! Quando arriviamo?”.
E allo stesso tempo mi viene in mente la mia maestra delle elementari quando, una volta, abbassò il voto del mio temino perchè avevo scritto troppe volte "specie".
Abbasso le ripetizioni! Ma che colpa ne ho io se, da quando lavoro con questa gente, il mio vocabolario si è assottigliato? Pensa quando inizierò a parlare solo coi verbi all'infinito?!

Però quanto mi fa ridere, FdF!!
Crede che non abbia capito cosa stanno combinando lei e l’orso stronzo o muore dalla voglia di dirmelo, di spiattellarlo, invece?
O è restia a parlare perchè ne ha fifa o se ne vergogna?
Perché ha perso tempo e non ha colto la palla al balzo quando in ben due occasioni gliene ho offerto la possibilità. La possibilità d’essere sincera…
Ma è una bugiarda, FdF! Ormai l’ho capito…
E me ne dispiace, lo confesso.
Avevo pensato, quand’è arrivata, che avremmo potuto stringere amicizia, per via dell’età. Siamo quasi coetanee, mentre le altre sono già mogli e madri da un pezzo. Altri problemi, altre priorità, altro stile di vita. Invece FdF vive sola e si veste ostinatamente come una ragazzina di diciotto anni, anche se, francamente, non può proprio permetterselo …
Se la chiamo FdF ci sarà un motivo, no?!
A onore del vero il nome è leggermente riduttivo, perchè non ha solo la faccia gonfia e tonda e un paio di occhi, piccoli e tondi anche loro, che ti fanno chiedere "Dove ha nascosto la palla a spicchi colorati? Quando la tira fuori per farsela volteggiare sul naso?" ha anche le sembianze da foca, la forma! Spalle piccole, pancia che ricade gonfia sul davanti, tette enormi e gambe magre e corte.
Penso che sia un soprannome perfetto quello che le ho affibiato, che mi farebbe meritare un applauso tonante, ma per una sorta di pudore, non ho mai condiviso questa splendida creazione con nessuno - non mi va!
Però “Operazione simpatia” sì, l’ho detto a Fra.
Mi ha chiesto “Perché?”.
“Perché pur di far vedere che ha un lungo seguito di allievi che vogliono fare guide (è un’istruttrice, guida pure il camion, Miss Delicatesse!) con lei e solo con lei, in mancanza di professionalità, acquisita sul campo, passa all’operazione simpatia… Ci si scambia addirittura il numero di cellulare, s’impiccia della loro vita privata, in poche parole si atteggia ad amica con esperienza”.
Beh, un certo tipo di esperienza ce l’ha davvero…
Manuale!
Ops, che screanzata che sono… sdleng sdleng… (e qui subentra una bella imitazione di FdF e delle sue uscite finto ingenuo)!
Fra mi dice: “Ma mi sa che quella non lo fa apposta a essere così, credo sia un po’ mignottella di natura!”.
Non lo so come abbia fatto a capirlo, se l’ha vista solo due volte di sfuggita, ma a quel punto rido e faccio: “A Fra’, sei proprio tremenda!”…… (sdleng sdleng)!