venerdì 18 aprile 2008

Poi dici che non comunicano...



...conscio e subconscio, dico!


Stanotte ho fatto un sogno "difficile" (sia da raccontare che da vivere) e nel sogno sognavo di svegliarmi e di spiegare il primo sogno. Tutto sognando!

E notare che la spiegazione filava...

Dunque iniziava tutto con un viaggio in America, dove il mio amico G. che avrebbe dovuto ospitarci, prima si mostrava estremamente gentile e poi ci mollava in casa di gente sconosciuta.

Lì io mi prodigavo in performances da perfetta imbranata, franando su tavolini pieni di ninnoli e gingilli costosissimi, facendo danni e figuracce, poi prendendo in prestito un paio di scarpe (o ciabatte?) che alla fine inzaccheravo tanto da vergognarmi a restituirle. La padrona di casa mi parlava con gentilezza ma si vedeva che si sforzava e io mi affannavo a chiedere scusa un mucchio di volte, eppure la sensazione di errore rimaneva tale e quale.

Durante quei giorni americani la mia preoccupazione principale era che lo zio Max non desse di matto, non si annoiasse. Ma perchè mi preoccupo tanto? - mi chiedevo, eppure rimanevo preoccupata.

(Fn qui riconosco che gli elementi America e G. li ho pescati dalla telefonata avuta ieri con Vale; il viaggio, le preoccupazioni per Max e il comportamento di G. riemergono dall'ultimo viaggio a Ferrara).

Poi all'improvviso la scena cambia: mi trovo in un posto un pò fangoso dove c'è uno stupido mercatino di cianfrusaglie che neanche io riesco a trovare interessanti e Max prima mi volge la schiena precedendomi e/o fregandosene di me, poi mi aspetta e mi abbraccia. E' pensieroso e parliamo un pò, ma restiamo in qualche modo lontani e separati...

A un certo punto le bancarelle spariscono, il fango aumenta , ora ci sono anche i miei genitori con noi, Marco, la mia figura paterna a teatro, e un cugino (buono) di mia madre che non vedo da secoli.
Lui ci dice che dobbiamo stare attenti perchè quel fango è determinato da infiltrazioni di acque di scolo e che dobbiamo cercare di eviatre le pozze.
Ok - dico e mi guardo i piedi. Non ho le scarpe.
Tutti le hanno, io no.
Dapprima gli acquistrini sono piccoli, penso che sarà facile saltarli e inizio a camminare abbastanza certa di schivare "il pericolo", poi diventano sempre di più. A un certo punto mio padre mi si affianca e io faccio un saltino, senza una grossa spinta, come se pensassi di saltarli uno per uno, non tutti insieme. Invece riesco a volare sopra tutte le pozze senza sforzo, ma come a rallentatore. Io stessa non mi capacito di come sia possibile, eppure plano sopra quell'acqua sporca. Mio padre mi dice qualcosa, ma non mi ricordo che.
Poi le pozze diventano veramente enormi. Se gli altri ci finiscono dentro poco male: con le scarpe non prenderanno batteri nè malattie, ma io no.
Un bel problema!
Vedo una montagnola laterale, asciutta. Penso di arrampicarmi là sopra, di aggirare gli ostacoli, ma appena salita noto un piccione morto (che schifo!) proprio dove avrei dovuto cammminare io e vengo presa dal panico. che faccio ora?
Mio padre mi dice Dai! Max mi dice Dai! (ma dopo un pò si rompe e cammina avanti).
Io sono preda del panico e dello schifo per colpa del piccione (che però mi stupisce ancora non puzzi) e provo a saltare...
Il sogno si interrompe lì!
O meglio, il primo sogno! Perchè nello stesso sogno, mi svegliavo e interpretavo quello che era accaduto nel primo sogno: ossia difficoltà piccole che diventano più difficili da gestire e superare, la vicinanza di chi mi vuol bene ma da cui mi sento in qualche modo lasciata a me stessa...

Insomma, poi ditemi che non se le fanno due chiacchiere insieme Mr conscio e Mr Subconscio...!
Ma la domanda resta: dove sarò atterrata dopo quel salto?
E... chi mi ha tolto le scarpe???

Questi e altri interrogativi alla prossima puntata...

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